Successo per il cartellone di eventi promosso durante il periodo delle festività natalizie. Il 2019 si è chiuso con 70 mila presenze, circa mille in più dell’anno precedente
PALERMO – Il Museo archeologico Antonio Salinas nel 2019 ha sfiorato le 70 mila presenze.
Estremamente positivi, poi, i risultati ottenuti durante le Feste di fine anno. Tra il 22 dicembre e il 6 gennaio, infatti – 18 gli appuntamenti tra laboratori, visite, concerti, degustazioni – la struttura ha registrato in tutto cinquemila presenze per il cartellone “Natale al Museo Salinas”, organizzato da CoopCulture.
Durante queste due settimane si sono contati 3.395 partecipanti alle 265 visite guidate alle collezioni e alla mostra “Quando le statue sognano” che ha permesso di scoprire le nuove sale; settecento gli spettatori ai quattro concerti di “Musica al Museo”. Ai piccoli piccolissimi è stato dedicato un programma realizzato con la libreria Dudi: sono stati 172 i bambini che hanno partecipato ai 6 laboratori, e 286 i piccoli presenti ai due spettacoli (il prestigiatore e giocoliere Monsieur Barnaba e “La freccia azzurra” da una fiaba natalizia di Gianni Rodari, a cui è stata dedicata l’intera rassegna).
Il 2019 si è chiuso quindi con 69.784 ingressi, quasi mille in più rispetto al 2018 (68.958). Ma anche con a disposizione i nuovi spazi appena riaperti, il soffitto seicentesco e le sale ritrovate e restaurate.
In cerca di nuove direzioni senza dimenticare la storia
PALERMO – Soddisfazione per i risultati ottenuti è stata espressa dal direttore del Salinas, Caterina Greco. “Un museo – ha detto – che spesso riesce a vivere un’intera giornata, dalla mattina alla notte. Il Salinas sollecita sguardi nuovi, chiede attenzione, propone suggestioni: è un Museo ‘in transito’, che cerca nuovi sensi di marcia, ma che ha ben presente la sua storia straordinaria. E che sceglie ogni mezzo per comunicarla e farla conoscere”.
“Il Salinas – ha aggiunto Letizia Casuccio, direttore di CoopCulture, che cura i servizi della struttura – aveva bisogno di acquistare un linguaggio visivo srotolato sui suoi spazi per questo abbiamo pensato a un bookshop, a un caféculture, ai progetti di condivisione con la città. Perché soltanto così un museo può diventare vivo, accogliente e parte di una comunità”.