Nuova stagione, vecchi problemi il turismo messinese è a un bivio - QdS

Nuova stagione, vecchi problemi il turismo messinese è a un bivio

Lina Bruno

Nuova stagione, vecchi problemi il turismo messinese è a un bivio

giovedì 02 Giugno 2022

Il comparto è pronto a ripartire a pieno regime dopo le tante difficoltà legate alla pandemia. Ma come ogni anno si sono già riproposti i soliti problemi che minacciano un concreto sviluppo

MESSINA – Si prevedono i grandi numeri del 2019 nella provincia, con presenze turistiche che già a maggio hanno dato segnali molto positivi, specie per l’area ionica. La zona tirrenica, con le isole Eolie, già lo scorso anno ha fatto registrare flussi importanti, ma non era stato così per il comprensorio di Taormina, Giardini Naxos, Letojanni che nel 2021 ha visto una diminuzione di turisti del 45% rispetto al 2019 (nel 2020 il crollo era stato del 70%). A mancare sono stati gli stranieri, che invece quest’anno torneranno, come dimostrano le tante prenotazioni già arrivate.ù

Restano i problemi di sempre

Nella gestione di questo comparto però restano i problemi di sempre: non si intravede quel salto di qualità che innescherebbe investimenti e occupazione e quindi ricchezza del territorio. Il settore è fatto ancora di precariato, di stagionali, di contratti irregolari, di domanda e offerta che non si incontrano. Hanno fatto discutere i manifesti provocatori con scritto “Cercasi schiavo” apparsi a Lipari per il primo maggio, con l’obiettivo di denunciare le violazioni contrattuali che ci sarebbero nel settore. E fa discutere adesso la difficoltà degli imprenditori, specie nel settore balneare, nel trovare personale: mancano assistenti bagnanti senza i quali gli stabilimenti non possono aprire ma anche personale per la cucina e i servizi connessi all’attività.

La domanda di personale non riesce a coprire l’offerta

La domanda, insomma, non riesce a coprire l’offerta in città come in alcuni grandi centri della provincia. Per ogni lido servono quattro assistenti bagnanti, due per ogni turno e sono necessarie quindi oltre 120 figure per coprire tutte le richieste. Queste professionalità ci sono, solo Federnuoto ne ha formati 105, un altro centinaio le altre due federazioni che tengono i corsi, ma in pochi sembrano usare il brevetto per lavorare, molti per fare curriculum.

“Nel caso del manifesto – dice al QdS Giovanni Mastroeni, segretario generale della Cgil – sono i lavoratori a denunciare un problema. In questo caso i datori di lavori: due facce dello stesso problema che deve essere affrontato e risolto. Abbiamo proposto l’istituzione di un Osservatorio con associazioni datoriali, sindacati e soggetti istituzionali che consenta di controllare i flussi occupazionali incrociando i dati di Ufficio del lavoro, Inps e Ispettorato per verificare le reali applicazioni contrattuali secondo la normativa e avere così un quadro di riferimento ufficiale”.

“Se ci sono situazioni come quelle del manifesto – aggiunge – significa che ci sono delle irregolarità e comunque c’è un malessere. La proposta dell’Osservatorio, uno strumento da fare crescere e istituzionalizzare, l’abbiamo lanciata proprio dopo la comparsa di quella denuncia, proposta accolta da Federalberghi i cui componenti hanno sempre ribadito che non c’è interesse da parte loro di avere sacche di lavoro nero che crea concorrenza sleale tra le varie strutture”.

Evidentemente non viene offerto un lavoro regolare

E sulla difficoltà di trovare personale, Mostroeni sottolinea come “il ragionamento è uguale, evidentemente non viene offerto un lavoro regolare e anche qui può servire l’Osservatorio per capire le cause e trovare soluzioni. Si sta facendo uno studio a vari livelli e si sbaglia quando si contrappone il Reddito di cittadinanza, anche perché al terzo rifiuto si perde il diritto. Evidentemente non hanno funzionato le politiche attive del lavoro connesse a questa misura, quando domanda e offerta non si incontrano, qualcosa non sta funzionando”.

Di questi temi, ma anche di nuove strategie per fare crescere il settore se n’è discusso nel corso dell’inaugurazione della nuova sede che la Cgil ha aperto a Taormina nei giorni scorsi. “Un comprensorio importante – afferma Mastroeni – si auspica che ci sia il ritorno al lavoro di tutti i 14 mila stagionali e per un periodo più lungo. La Naspi copre il 50% dei mesi di lavoro, negli ultimi due anni ci sono stati lavoratori che hanno avuto fino gennaio coperto e poi quattro mesi senza alcun emolumento. Bisogna lavorare per destagionalizzare, attrarre turisti tutto l’anno e quindi rafforzare i collegamenti, le infrastrutture, i servizi. Si deve aprire un confronto, utilizzare i progetti legati agli assi di intervento sia del Pnrr che del Fondo coesione 2021/ 2027. Molta progettualità deve essere completata entro agosto, ma la Città metropolitana di Messina è in ritardo. La nuova Amministrazione dovrà recuperare quattro mesi di tempo”.

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