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Obbligatoria terzietà di magistrati e giornalisti

Campagna elettorale appannata

La campagna elettorale appena conclusa è stata appannata dalla comunicazione effettuata sui media sociali venerdí notte, sabato tutto il giorno, sabato notte e domenica sino alle 23. Gli elettori sono stati bersagliati da messaggi di ogni tipo e inviti a votare questo o quel partito, questo o quel candidato.
Però il 44% di essi è rimasto sordo agli inviti e non si è recato alle urne. Ancora più sordi sono rimasti gli elettori delle isole maggiori, nelle quali ben il 63% si è astenuto dal voto.
Ma allora chi è andato a votare? Coloro che hanno ricevuto benefici da questo governo: in particolare i percettori del reddito di cittadinanza e i giovani pensionati (62 anni).
Queste note non sono state diffuse secondo le regole giornalistiche dell’obiettività e della completezza dell’informazione. E neanche sotto il profilo della terzietà, secondo il quale chiunque scriva sulla carta stampata, sui media sociali o parli in televisione e radio, ha l’obbligo di dire la verità, nient’altro che la verità. Mentre qualcuno dice “tutt’altro che la verità”.

L’informazione è il fulcro della libertà di pensiero e della manifestazione di comunicazione secondo la quale bisogna dire la verità o almeno quella che a noi sembra la verità. Inoltre i comunicatori (giornalisti ed altri) hanno l’obbligo di mantenersi equidistanti dalle parti, distinguendo nettamente i fatti dalle opinioni.
Le cose che scriviamo sembrano banali tanto sono ovvie. Però continuiamo a leggere e a sentire argomentazioni che non hanno attinenza con la verità e spesso sono palesemente false. Le fake news sono quelle più note, ma meno insidiose, perché si capisce la loro falsità. Mentre più pericolose sono le notizie non vere inserite in articoli o reportage, furbescamente miscelate con quelle vere.
È la tecnica del verosimile che induce i lettori e gli ascoltatori disattenti a bersi ciò che viene loro comunicato, mentre se facessero mente locale, potrebbero separare il grano (la verità) dal loglio (la bugia). Il mercato politico è stato, ed è, denso di menzogne e approfitta della credulità ed ignoranza di gran parte dei cittadini, per farle passare come verità.
I magistrati, per proprio compito costituzionale, debbono essere terzi rispetto alle parti, ovverosia neutri, in modo da potere giudicare come si usa dire in “scienza e coscienza”.
Certo, la loro difficoltà è nell’applicare le leggi dopo l’interpretazione, estremamente complicata, vuoi perché esse sono costruite male e vuoi perché spesso non sono scritte in buon italiano.
Il difetto delle nostre leggi è evidente. Anche perché i burocrati che le scrivono e i parlamentari che le approvano rifuggono dalla chiarezza e dalla semplicità della loro esposizione. Ricorrono invece a tortuosismi, circonlocuzioni, giri di parole, richiami che rendono estremamente difficoltosa la lettura e per i giudici la corretta applicazione.
È un fenomeno tutto italiano quello di avere un sistema legislativo volutamente contorto, pieno di richiami non di altre leggi, bensì di singole parole o singole frasi, di incisi ed altre diavolerie, perfino la sostituzione di parole con altre parole e di frasi con altre frasi.

Quando si afferma “dura lex sed lex”, cioè l’obbligo di rispettare le leggi, si conferma un principio etico dell’osservanza di norme che valgono per tutti. Non per nulla nei tribunali è scritta la frase “La legge è uguale per tutti”, ma per qualcuno, sosteneva il compianto Enzo Biagi, è più uguale degli altri.
Al di là degli errori che i magistrati possono commettere (sono persone umane anche loro) spesso vengono emesse sentenze ingiuste in perfetta buona fede, proprio per l’ingarbuglio delle norme, con la conseguenza che anziché la certezza del diritto, vi è la certezza del dubbio. Quando si percepisce che la legge non è uguale per tutti viene meno un cardine della Comunità.
Dunque, la terzietà del giudice è elemento primario per la distribuzione di una giustizia che si definisce in modo ridondante “giusta”. Ma come potrebbe esistere la giustizia ingiusta? è una questione che non viene chiarita da chi cerca di confondere le idee a cittadini ignari che invece dovrebbero vedere la luce di una chiarezza che riguarda i propri doveri e i propri diritti.