Eurostat, i numeri del mercato del lavoro nel 2020, fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni. Nell’Isola media del 33,3%. In Germania e Paesi Bassi la percentuale sopra il 95%
ROMA – La Sicilia, insieme alla Calabria è tra due regioni italiane con il peggior tasso di occupazione a tre anni dalla laurea. A dirlo è l’Eurostat, che ha preso in considerazione i numeri del mercato del lavoro relativi al 2020 nella popolazione europea da poco laureata di età compresa tra i 20 e i 34 anni.
Nello specifico, come si evince dai dati raccolti, la Calabria è la regione europea con i dati peggiori: una media di occupazione del 32,1%. Tutte le altre con il minor tasso di occupazione sono in Italia e in Grecia. Penultima è la Grecia centrale (32,2%), seguita da Sicilia (33,3%), Campania (37,6%) e Macedonia occidentale (37,8%). Chiudono le dieci zone con le medie più basse la Basilicata (39,9%), la Tessaglia (41,2%), la Puglia (41,5%), la Sardegna (42,7%) e l’Egeo meridionale (45,4%).
Lazio (53,4%) e Umbria (54,9%) sono le altre due regioni italiane con tasso di occupazione al di sotto della media nazionale del 56,8%. I dati migliorano in Abruzzo (59,9%), Liguria (60,2%), Marche (61,7%), Piemonte (64%), Toscana (66,7%). Superano il 70% il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia (70,7%), l’Emilia-Romagna (71,4%), la provincia autonoma di Trento (71,5%), il Veneto (74%). L’unico territorio a superare i dati della media europea è la provincia autonoma di Bolzano, all’85,1%
Le regioni europee, invece, con i dati migliori, sopra il 95%, si trovano in Germania, Repubblica Ceca e nei Paesi Bassi. La media di occupazione nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea, a tre anni dal conseguimento della laurea, nel 2020 era del 78,7%. Quella italiana si ferma al 56,8%. In Belgio la percentuale è dell’82,9, in Germania del 90,5, in Francia del 74,9 e in Spagna del 69,6.
E se si guarda al solo universo femminile, anche in questo caso la Sicilia raccoglie dati negativi. Per le giovani neolaureate infatti la Sicilia si conferma tra le zone peggiori con il 33,5% preceduta ancora una volta dalla Calabria (32,3%). Due regioni che, quindi, registrano circa una laureata su tre al lavoro dopo tre anni dal titolo.
In Italia, al contrario, le cose vanno meglio ma non troppo visto che nel complesso le giovani laureate con un lavoro a tre anni dalla laurea sono il 57,1%, un dato medio inferiore anche alla Grecia e lontano dalla media Ue (80,5%) di oltre 20 punti.
Se si allarga lo sguardo anche ai diplomati considerando quelli che hanno trovato un’occupazione tra un anno e tre anni dal diploma di scuola superiore o dalla laurea la Calabria resta la regione con le difficoltà maggiori e appena il 32,1% dei ragazzi che hanno completato l’istruzione superiore con un’occupazione tra uno e tre anni dal titolo. È seguita dalla Sterea Ellada in Grecia (32,2%) e sempre dalla Sicilia (33,3%).
La Campania è la quarta regione per difficoltà dei neo diplomati con appena il 37,6% con un impiego tra uno e tre anni dal titolo.
E la difficoltà a trovare lavoro persiste nel Paese nonostante sia ancora molto bassa la percentuale delle persone in età lavorativa con un livello di istruzione universitario (il 20,1% in Italia a fronte del 32,8% medio nell’Ue a 27).