PALERMO – Il fermento politico in Sicilia è già da diverse settimane nel vivo e ogni partito come ogni coalizione sta alacremente lavorando alla prossima campagna elettorale. Il presidente della Regione Siciliana, preso da manovre finanziarie e affari correnti, non sta con le mani in mano mentre il collega di partito e vicepresidente della Camera dei deputati lavora sul territorio proponendosi quale prossimo candidato alla Presidenza della Regione. Nel 2022 Forza Italia è ha retto l’impatto con Fratelli d’Italia in piena ascesa che sul piano nazionale ha dato Palazzo Chigi alla sua leader. Per il partito fondato da Silvio Berlusconi si prevede un ritorno in grande spolvero nel 2027, con il testa a testa tra Forza Italia e Fratelli d’Italia gettato alle spalle e una nuova intesa con la Lega malgrado piccoli attriti su nomine non gradite a Renato Schifani.
Il presidente della Regione sta lavorando per la “sua” Forza Italia
Il presidente della Regione sta quindi lavorando, e lo sta facendo per la “sua” Forza Italia siciliana. L’attività del laboratorio politico Sicilia vede infatti in successione la stretta di mano tra Renato Schifani e Raffaele Lombardo per la nuova “fusione societaria” che potrebbe far saltare ogni progetto alternativo per una confluenza diretta nel partito del presidente della Regione, lo sfidante azzurro Giorgio Mulè molto attivo in Sicilia e anche seduto in prima fila al Teatro Politeama insieme alle altre autorità locali per la presentazione della Fondazione Antonio Montinaro cui non ha partecipato Renato Schifani.
La risposta di Renato Schifani, all’intensa attività di Giorgio Mulè, è arrivata dopo un paio di giorni con l’annuncio dello scouting positivamente concluso a Ragusa. Una foto immortala Renato Schifani insieme al coordinatore regionale di Forza Italia, Marcello Caruso, in mezzo a un ampio gruppo di amministratori locali della città di Ragusa che hanno comunicato l’intenzione di aderire a Forza Italia. Mercoledì pomeriggio il coordinatore forzista e uomo di fiducia di Schifani dichiarava che “queste nuove adesioni rappresentano un ulteriore e significativo passo avanti nel radicamento del partito nel territorio ibleo, a poche settimane dalla prestigiosa adesione del sindaco Peppe Cassì, annunciata lo scorso 21 luglio da Antonio Tajani”. Le new entry nella Forza Italia siciliana cresciuta da Renato Schifani e Marcello Caruso sono il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Ilardo, il vicesindaco Giovanni Giuffrida, l’assessore Simone Digrandi ed i consiglieri comunali Carla Mezzasalma, Daniele Vitale e Sergio Schinina.
Edy Tamajo non si gira i pollici
Anche l’altro influente forzista siciliano, Edy Tamajo, non si gira i pollici. L’assessore regionale alle Attività produttive continua a lavorare sul territorio facendo proseliti in tutta la Sicilia. Già da diverso tempo ha anche portato a casa Forza Italia il presidente del Consiglio comunale di Bagheria, Andrea Sciortino, già assessore alla frazione di Aspra – assessorato creato ad hoc nello scorso mandato per il consigliere eletto con un bacino di voti importante nel borgo marinaro – si è ricandidato in una delle liste per la rielezione di Filippo Tripoli e ha confermato d’essere un buon campione di voti sul territorio. Tanto da poter rinunciare alla delega assessoriale per andare a presiedere il Consiglio comunale di una città che conta oltre cinquantamila abitanti. Strappato a Fratelli d’Italia, Sciortino adesso ricambia fedelmente le attenzioni che il suo nuovo mentore Edy Tamajo ha dato al suo territorio.
Filippo Tripoli “è tornato a casa”
Anche il primo cittadino di Bagheria aveva recentemente annunciato un cambio di tessera. Nato politicamente democristiano, Filippo Tripoli era entrato in Italia Viva di Matteo Renzi ma quest’ultimo ha mancato promesse e aspettative in Sicilia. Italia Viva, come anche Azione, non riescono a sfondare sull’Isola e il rieletto – con percentuale quasi plebiscitaria – sindaco di Bagheria “è tornato a casa”, come ha detto Totò Cuffaro annunciandone l’ufficiale adesione alla Democrazia cristiana. Da Bagheria a Siracusa, Cuffaro nello stesso periodo aveva accolto anche l’esule Carlo Auteri che, dopo aver lasciato il gruppo di Fratelli d’Italia all’Ars ha lasciato anche il partito. Auteri è sicura candidatura alle prossime regionali per Cuffaro nel siracusano, Tripoli è probabile candidatura nel collegio di Palermo secondo i bookmaker; anche se il suo mandato da sindaco scade due anni dopo.
Ismaele La Vardera continua ad aprire nuovi “fari”
Altro grande raccoglitore di nuovi tesserati è, sul fronte nettamente opposto, il fondatore di Controcorrente. Ismaele La Vardera continua ad aprire nuovi “fari”, nome dato alle sezioni locali del suo movimento politico, e continua a salire nei consensi personali. Al suo Controcorrente aderiscono cittadini e politici, e l’ultimo acquisto annunciato è quello del vicepresidente del Consiglio comunale di Trapani, Andrea Genco. “Nelle prossime ore altri consiglieri potrebbero aderire”, ha detto La Vardera sottolineando che l’adesione avverrà dopo la “cernita puntuale” perché “Controcorrente non è il taxi di nessuno”.
A giugno un sondaggio Swg aveva indicato La Vardera come personaggio politico più gradito in Sicilia, con una percentuale del 10% che gli varrebbe una poltrona d’onore a una prossima elezione in coalizione con il cosiddetto campo progressista. Il suo movimento, sempre ai primi di giugno, veniva dato dallo stesso istituto demoscopico tra il 6 ed il 9%. I due scenari nell’attuale maggioranza – quello in casa centrodestra, dove Schifani ha subito sposato i progetti infrastrutturali di Matteo Salvini e gli accordi con il suo partito, insieme a quello in casa Forza Italia – e le mutazioni sul fronte opposto con La Vardera in crescita e il Partito democratico ancora diviso tra segreteria e parte del gruppo all’Ars, con unico elemento stabile per consenso e unione nel fronte di opposizione il Movimento 5 stelle, sta ridisegnando per intero il quadro politico siciliano. E si sa, la Sicilia è il laboratorio politico del Paese ed il Paese andrà al voto nel 2027 come la Sicilia.

