Oikos perde ricorso contro Regione: spera in resurrezione dell'Aia

Rifiuti, Oikos perde un ricorso contro la Regione ma spera nella resurrezione dell’Aia

Rifiuti, Oikos perde un ricorso contro la Regione ma spera nella resurrezione dell’Aia

Simone Olivelli  |
venerdì 09 Agosto 2024

Nelle aule della giustizia amministrativa Oikos sta conducendo battaglie senza sosta per difendersi dall'accusa di avere abbancato rifiuti illecitamente.

“La comunicazione di avvio del procedimento non è un atto autonomamente impugnabile”. Sul fronte rifiuti, nell’estate siciliana non c’è spazio solo per i disservizi. In alcuni casi, ai limiti dell’emergenza sanitaria, rischiano di compromettere la quotidianità dei residenti e le vacanze dei turisti, ma anche per le diatribe nei tribunali. L’ultima riguarda Oikos. Le vicende della società della famiglia Proto, proprietaria della discarica tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco, da tempo passano dai tribunali.

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Se in quello ordinario, il procedimento penale per il patron Mimmo Proto – accusato di avere pagato tangenti al funzionario della Regione Gianfranco Cannova – si è chiuso con la prescrizione e una nuova indagine incentrata su reati ambientali è alle fasi iniziali, nelle aule della giustizia amministrativa Oikos sta conducendo battaglie senza sosta per difendersi dall’accusa di avere abbancato rifiuti illecitamente. Sfruttando anche un’area mai autorizzata dalla Regione.

La tesi, sostenuta dai Comuni, dai comitati No discarica e dalle associazioni ambientaliste, l’anno scorso aveva portato all’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale. Un provvedimento preso dal Cga contro cui Oikos ha opposto la richiesta di revoca per un presunto evidente abbaglio nella valutazione della vicenda.

Ma mentre quest’ultimo ricorso ha subito un rallentamento per la mancanza di giudici al Cga, nelle scorse settimane è stato il Tar a esaminare un’altra istanza della società. Nel mirino dei Proto era finita la nota che Nello Musumeci, all’epoca presidente della Regione, nel 2020 aveva mandato agli uffici della Regione chiedendo di riesaminare l’Aia di Oikos. Un input che Musumeci aveva dato nelle settimane in cui il Tar aveva disposto approfondimenti sulla possibilità che l’eccessiva vicinanza della discarica ai centri abitati potesse avere effetti negativi sulla salute e i giudici della terza sezione penale di Palermo avevano depositato le motivazioni della sentenza di condanna per Proto. Per la società, tuttavia, l‘iniziativa della Regione non avrebbe avuto presupposti di legge e per questo andava annullata, pregiudicando di fatto tutto ciò che ne è seguito.

Oikos, il presunto danno

Il ricorso di Oikos ha puntato all’annullamento della nota del 4 febbraio 2020 firmata da Musumeci e dei verbali di due precedenti riunioni indette sempre dal presidente della Regione a fine 2019. “In relazione alle note vicende inerenti la discarica di Valanghe d’Inverno del Comune di Misterbianco – aveva scritto Musumeci in una nota indirizzata al dipartimento Rifiuti – vorranno le signorie loro, per quanto di rispettiva competenza, disporre il tempestivo avvio del procedimento amministrativo di revisione delle autorizzazioni al riguardo rilasciate alla società Oikos, inclusa quella inerente la valutazione ambientale”.
Per l’impresa, tuttavia, tale decisione avrebbe rappresentato una forzatura non priva di ripercussioni. “Con il ricorso in esame la Oikos ha impugnato la citata comunicazione di avvio del procedimento – si legge in una sentenza pubblicata il 15 luglio scorso – ritenendola un atto immediatamente lesivo poiché il procedimento di riesame sarebbe stato avviato in assenza dei presupposti di legge e sarebbe, quindi, immediatamente lesivo, impegnando la società in un dispendioso procedimento amministrativo ed esponendola all’incertezza economica conseguente alle incognite sull’efficacia dei titoli autorizzativi”.

La decisione

Già a ridosso dell’avvio dell’iter di revisione, Oikos si era rivolta al Tar chiedendo la sospensione del riesame ma i giudici, con un’ordinanza datata 15 luglio 2020, avevano respinto la domanda cautelare. Quattro anni dopo, è arrivata la decisione nel merito del tribunale amministrativo.

Il collegio, presieduto da Aurora Lento, ha ritenuto inammissibile il ricorso di Oikos in quanto “proposto avverso una mera comunicazione di avvio del procedimento, nonché avverso atti addirittura prodromici alla stessa”. In altre parole, la tesi di Oikos secondo cui l’iniziativa della Regione aveva creato un danno alla società non è condivisibile. A sostegno della propria decisione, il Tar cita il codice dell’ambiente nel passaggio in cui prevede che “fino alla pronuncia dell’autorità competente in merito al riesame, il gestore continua l’attività sulla base dell’autorizzazione in suo possesso”. Ciò fa sì che, per i giudici, è impensabile che la comunicazione della Regione abbia potuto creare condizioni “di esposizione dell’impresa all’incertezza economica conseguente alle incognite sull’efficacia dei titoli autorizzativi”.

L’attuale funzionamento della discarica

Successivamente alla presentazione di istanza di revocazione della sentenza, lo scorso autunno il Cga ha concesso a Oikos la possibilità di riaprire i cancelli agli autocompattatori in attesa dell’esito dell’ennesimo ricorso. Il tutto a due condizioni: pagare una cauzione da un milione di euro, cifra ampiamente inferiore agli introiti derivanti dalla ripresa delle attività di abbancamento, e rispettare il limite previsto dalle autorizzazioni. A ottobre 2023, lo spazio a disposizione era stato quantificato in 240mila tonnellate. Oltre nove mesi dopo non è chiaro quanto ne sia ancora rimasto libero.

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