Quasi quadruplicata. Sono le proporzioni dell’ampliamento che subirà la cava di sabbia che Oikos possiede a Motta Sant’Anastasia.
Le discariche
La società della famiglia Proto, che nel centro della provincia di Catania possiede anche due discariche, di cui una in funzione e l’altra che potrebbe vedere ripartire prossimamente l’impianto di selezione dei rifiuti, ha fatto richiesta di estendere l’area di estrazione in contrada Mondiano.
Nei mesi scorsi è arrivato il parere della commissione tecnica-specialistica della Regione che ha deciso di non sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale, a patto che l’impresa rispetti una serie di prescrizioni.
Tra Motta e Misterbianco
Anche in questo caso – così come per le discariche – il sito individuato da Oikos si trova nel territorio di Motta, ma a distanza ravvicinata rispetto a Misterbianco. “La cava è equidistante circa 1,8 chilometri, in linea d’aria, dai centri abitati”, viene riportato nella relazione che descrive il progetto.
Autorizzata nel 2019 per una durata di 15 anni e un’estensione di poco meno di 40mila metri quadrati, dei quali oltre 29mila destinati all’estrazione di materiale, la cava, dopo l’ampliamento, si estenderà su una superficie di quasi 189mila metri quadrati, con una zona coltivabile che supererà i 105mila metri quadrati.
“La società, a seguito dell’acquisto dei terreni confinanti, ha espanso l’area di disponibilità”, si legge nei documenti, nei quali viene anche detto che i terreni acquisiti da Oikos sono registrati al catasto come aree a verde agricolo, ma prive di qualsiasi tipo di vincolo.
A dicembre era stata la Cts a stabilire la non non necessità di passare dalla Via per arrivare all’autorizzazione. La commissione aveva però dato una serie di disposizioni che interessano sia la fase di preparazione che quella di gestione della cava. Si va dall’attuazione di misure per ridurre il “sollevamento di materiale polverulento” al lavaggio delle ruote dei camion in modo da non sporcare le strade esterne alla cava.
Prevista anche la redazione di un piano di prevenzione dei rischi di contaminazione del suolo nel caso di sversamenti accidentali e l’individuazione esatta delle aree in cui verrà custodito il materiale vegetale che dovrà essere utilizzato per ricoprire le aree di cava una volta che l’attività estrattiva sarà conclusa.
A riguardo nella relazione si legge: “Sulla base dei calcoli effettuati, ne deriva che il volume utile disponibile di 751.368 metri cubi, a fronte di una produzione attesa di 68.300 metri cubi annui, determina una durata dell’attività estrattiva pari a undici anni. Pertanto, i volumi coinvolti e i tempi sono coerenti con l’autorizzazione di 15 anni con cui la cava è stata autorizzata nel 2019. La conclusione dei lavori di cava è prevista nell’anno 2034”.
Zero rifiuti
Tra le richieste fatte dalla Cts all’impresa c’era anche quella di chiarire con che modalità sarebbero stati gestiti gli eventuali rifiuti derivanti dall’attività. A riguardo Oikos ha fatto sapere che “tutto il giacimento di cava, ad eccezione della copertura di terreno vegetale che sarà riutilizzata per il recupero ambientale, sarà interamente sfruttato per scopi produttivi, quindi si esclude la produzione di rifiuti estrattivi”.
Su come verrà utilizzato il materiale ricavato dalla cava, la società ha dichiarato che “il litotipo da estrarre è rappresentato da sabbie e, marginalmente da ghiaie, da destinare, in parte, ai lavori di bonifica della discarica Valanghe d’Inverno e, in parte, come materiale inerte da utilizzare nell’ambito dei lavori edili”. Nella relazione si dice anche che “nel caso di rinvenimento di affioramenti di ghiaie, il trattamento del materiale cavato” avverrebbe in “un impianto mobile di selezione, al fine di ottenere aggregati con designazione granulometriche distinte e separate”.
Il progetto prevede l’utilizzo di escavatori muniti di benna, mentre, “viene escluso del tutto l’utilizzo di esplosivo”.
Sostenibilità economica
A sostegno della proposta di ampliamento della cava, Oikos ha stilato anche le previsioni riguardanti gli aspetti finanziario che caratterizzeranno l’attività. “Detraendo i costi di gestione dal ricavo complessivo della vendita del materiale di cava, si evince che il guadagno, al lordo delle imposte dovute, risulta pari a circa 2.273.700 euro per tutta la durata dell’autorizzazione di cava, corrispondente a circa 151mila euro annui”.
Conclusa l’attività, Oikos si impegnerà a occuparsi della manutenzione della cava per cinque anni “ai fini dell’attecchimento delle essenze” che saranno impiantate. Il risanamento ambientale prevede che, oltre alla copertura delle aree cavate, vengano piantumate migliaia di alberi di agrumi.

