Ok definitivo alla riforma del diritto d’autore europeo - QdS

Ok definitivo alla riforma del diritto d’autore europeo

Ok definitivo alla riforma del diritto d’autore europeo

martedì 16 Aprile 2019

BRUXELLES – Via libera definitivo alla riforma del copyright europeo: il Consiglio ha approvato come punto A, cioè senza discussione, la direttiva che modifica le regole sul diritto d’autore. Come annunciato, l’Italia ha votato contro assieme a Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti Slovenia, Estonia e Belgio. La Germania ha fatto mettere a verbale un suo protocollo in cui invita la Commissione, responsabile dell’attuazione, ad evitare filtri all’upload e censura.
“Sono molto contento che abbiamo ottenuto un testo bilanciato, creando molte opportunità per il settore creativo europeo, che rifletterà meglio la nostra diversità culturale, e per gli utenti, la cui libertà di espressione su internet sarà consolidata. è una pietra miliare per lo sviluppo di un mercato unico digitale robusto e ben funzionante”, ha detto Valer Daniel Breaz, ministro rumeno della cultura e presidente di turno del Consiglio Ue.

Tra le novità più importanti della riforma, viene data la possibilità (non l’obbligo) agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti. Viene riconosciuto il diritto a colmare il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali fanno diffondendo contenuti protetti da copyright e la remunerazione offerta a musicisti, artisti o detentori dei diritti. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online materiale protetto da copyright non autorizzato, ma la responsabilità sarà delle grandi piattaforme come YouTube o Facebook.

Non ci sono filtri ex-ante ma l’obbligo per le piattaforme di fare il “massimo sforzo” per non rendere disponibili i contenuti per cui non hanno i diritti. Obbligatori anche meccanismi rapidi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un’ingiusta eliminazione di un contenuto. “Con l’accordo di oggi rendiamo le regole del copyright adatte all’era digitale. L’Europa avrà ora regole chiare che garantiscono equa remunerazione ai creatori, diritti per gli utenti e responsabilità per le piattaforme. La riforma era il pezzo mancante del completamento del mercato unico digitale”, ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker.

“Abbiamo un testo bilanciato che fissa un precedente da seguire per il resto del mondo, mettendo cittadini e creatori al centro della riforma e introducendo regole chiare per le piattaforme online”. Lo ha detto il presidente dell’associazione dei produttori di musica indipendente europea (Impala), Helen Smith, che ha poi aggiunto: “La Ue ha dimostrato di essere un leader nel sostenere un internet equo, aperto e sostenibile”.

“Ora che la riforma del copyright è stata adottata da tutte le istituzioni europee, facciamo appello agli stati membri perché la attuino rapidamente”, perché “non c’è tempo da perdere”. Così il presidente dell’Enpa Carlo Perrone dopo l’ok finale dei 28 alla nuova direttiva sul diritto d’autore. Il plauso all’approvazione definitiva della legislazione europea è arrivato anche dalle altre associazioni europee di editori Emma, Nme ed Epc.

Critico, invece, il sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, secondo il quale “la cattiva notizia è per l’editoria locale”, non per Google o Facebook. “Oggi sento parlare di pubblicità – ha aggiunto – che al 75% viene drenata dagli Ott, cioè Google e Facebook, ma perché questo avviene? Perché l’hanno rubata o perché hanno degli strumenti di profilazione e di indirizzamento degli investimenti pubblicitari in grado di ridurre i costi-benefici, cioè di garantire che gli investimenti degli ivestitori paghino? L’oro che ha in mano Google sono i dati” ha aggiunto.

“Allora io dico agli editori invece di chiedere soldi che danno solo un respiro temporaneo chiedete i dati, in modo da competere sulla raccolta pubblicitaria. Così stanno invece accettando delle briciole che consentiranno di sopravvivere solo ai grandi editori, mentre l’editoria locale avrà ancora perdite” ha concluso Crimi.

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