Dagli assaggi al packaging, le linee guida Assitol-Confindustria per valutarne la qualità. Meglio acquistare solo in bottiglie di vetro e rifiutare i prodotti troppo esposti alla luce
ROMA – Proteggere il prodotto per gustarne al meglio le proprietà organolettiche. Piccole accortezze, che possono permettere di conoscere l’olio nelle sue diverse sfaccettature, ed apprezzarne al meglio i sapori e i profumi.
Con l’avvio della nuova campagna olearia, Assitol ha voluto proporre una sorta di guida che permetta di conoscere meglio questo alimento sotto il profilo degli interessi per il consumatore finale, sulla cui autenticità vigilano ben otto diversi organismi di controllo, oltre al Sian, il sistema telematico di monitoraggio, che verifica tutti i flussi in entrata ed in uscita degli oli.
Secondo i dati dell’Icqrf, l’organismo anticontraffazione del ministero delle Politiche agricole, nel 2020, sono stati effettuati quasi 11mila controlli sul settore oleario, mettendo sotto esame oltre 12mila prodotti. Di questi, soltanto l’11,2% è risultato irregolare, dando origine ad appena 18 notizie di reato, a conferma che nella maggior parte dei casi non si trattava di irregolarità gravi.
Ciò non toglie che anche il consumatore finale può fare la sua parte nella gestione di un prodotto che è vivo, e per questo facilmente deperibile. Dal contenitore giusto alla corretta conservazione, bastano poche accortezze per gustare l’extra vergine e preservarne le proprietà benefiche. Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria, stima che la produzione di quest’anno supererà di poco le 300mila tonnellate, in ripresa rispetto alla precedente campagna, ma non ancora ai livelli migliori di produzione. La qualità degli oli, in generale, dovrebbe essere di buon livello. “Abbiamo più di 500 cultivar ed infinite possibilità di blend – sottolinea Anna Cane, presidente del gruppo olio d’oliva dell’associazione –. Come scegliere? È semplice: assaggiando. Invitiamo i consumatori a provare oli diversi. In questo modo sarà piacevole sperimentarli nella cucina di casa e decidere, secondo il proprio gusto, quali sono gli accostamenti più riusciti”.
In pandemia, la passione degli italiani per l’extravergine si è rafforzata, anche se il prodotto viene trattato spesso come una semplice materia prima poco influente sul risultato finale del piatto. “Semmai, i consumatori dovrebbero imparare a conoscerlo meglio – afferma la presidente –. È arrivato il momento di abbandonare l’atteggiamento passivo, fin troppo diffuso, che consiste nel basarsi esclusivamente sul prezzo quando si sceglie l’olio, facendo invece attenzione ad altri elementi, essenziali per capire che il prodotto si può consumare in sicurezza”.
L’associazione prescrive alcune regole di base nella scelta dell’olio da acquistare. Ad esempio, non deve dimenticare che l’olio d’oliva si vende in contenitori appositi, come le bottiglie di vetro scuro. “Occhio a chi vi propone un prodotto presentato in recipienti improvvisati oppure in bottiglie anonime, con la scusa che l’olio è ‘ruspante’ – avverte Anna Cane –, per non parlare di quegli oli lasciati per ore su qualche bancarella, in balìa della correnti d’aria, sotto il sole o vicino a fonti di calore. Il pericolo è di acquistare un extravergine già deteriorato, con difetti importanti”.
L’olio d’oliva è un prodotto vivo, sensibile agli sbalzi di temperatura e alla luce, che va preservato con attenzione. Ancora, bisogna fare differenza con il vino, che ha un ciclo di vita diverso; l’extravergine appena prodotto, il cosiddetto “olio nuovo”, esprime invece il massimo delle sue potenzialità sensoriali e nutrizionali. Persino nella dispensa di casa, le regole della corretta conservazione vanno seguite con cura. Basta dimenticare di tappare la bottiglia dopo l’uso o collocare l’extra vergine vicino ai fornelli, per danneggiare irrimediabilmente questo alimento. Al riguardo Assitol, insieme all’Unione Consumatori, ha stilato una guida, consultabile online sul sito dell’associazione.