Olio, la guerra dei prezzi danneggia i produttori siciliani - QdS

Olio, la guerra dei prezzi danneggia i produttori siciliani

Michele Giuliano

Olio, la guerra dei prezzi danneggia i produttori siciliani

giovedì 15 Aprile 2021

La Cia Sicilia ha posto il problema nel corso di un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla

PALERMO – L’agricoltura siciliana ha bisogno di una spinta sul mercato: prezzi remunerativi, interventi a favore della liquidità e bandi più equi. Altrimenti non ci sarà futuro per il settore, e gli imprenditori non potranno affrontare ancora altre stagioni fatte di sacrifici e lavoro ripagato da un ritorno economico insufficiente. Sono questi i temi principali che la Cia Sicilia Occidentale ha messo sul tavolo dell’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, nel corso di un recente incontro.

Un faccia a faccia che la delegazione guidata dal presidente Antonino Cossentino e dal direttore Luca Basset ha chiesto e ottenuto per farsi portavoce delle difficoltà attraversate dal mondo delle piccole e medie imprese, soprattutto in questo periodo a causa della pandemia per il virus Sars-Cov 2.
“Accogliamo con favore la disponibilità e la sensibilità mostrata dal neo assessore sulle richieste e proposte che abbiamo avanzato – ha detto Cossentino –, ci aspetta un grande impegno per preparare le nostre aziende alla fase di rinascita, dopo quella emergenziale legata al Covid. Al di là del sostegno emergenziale, che non deve venire meno fin quando la pandemia non sarà sconfitta, bisogna saper guardare al prossimo futuro per mettere a frutto il grande patrimonio agroalimentare della nostra isola”.

Una battaglia da portare avanti, secondo la Cia Sicilia Occidentale, è quella dei prezzi, che penalizzano sempre i produttori siciliani: un esempio è l’olio, che al momento è venduto ad un prezzo troppo basso rispetto al panorama nazionale, mentre allineare i listini al resto dell’Italia permetterà di rendersi autonomi da aiuti e finanziamenti e si potranno dirottare i fondi europei su validi piani di internazionalizzazione. Tra le richieste avanzate per andare incontro alle piccole e medie imprese sul piano dei bandi del Psr, c’è la proposta di abbassare i tetti massimi o creare graduatorie separate in modo da rendere questi fondi accessibili anche a chi ha bisogno di 50-100 mila euro per i propri investimenti.

“Da superare prima possibile c’è anche un grande problema di liquidità e di migliaia di domande ancora bloccate. L’assessore Scilla ci ha garantito il suo impegno per fare pressioni su Agea a partire dal prossimo incontro che avrà con il ministro Patuanelli”, spiega il direttore della Cia Sicilia Occidentale, Luca Basset.

Basta guardare all’anno appena passato: poteva andare meglio se le campagne fossero state servite in modo più efficiente da un sistema di irrigazione che, purtroppo, fa acqua da tutte le parti, senza contare che la Regione ha deciso di tagliare del 30% la fornitura di acqua alle campagne. E alcune dighe hanno pure erogato a singhiozzo. Il mercato poi è aggressivo e ad alta concorrenza: grandi aziende immettono nel mercato olio a 2,50 il litro che in etichetta riporta la scritta ‘extra vergine di oliva’.

Un prezzo impossibile da contrastare, visto che fare un litro di olio extravergine costa quasi 5 euro ai produttori isolani. È quindi necessario che ci sia un maggior controllo delle etichette e verifiche della qualità effettiva dei prodotti.

Durante l’incontro si è parlato anche di interventi a favore della zootecnia e dei settori florovivaistico, biologico e di specificità dei territori con politiche mirate per la valorizzazione delle piccole produzioni. Un capitolo a parte, infine, per il comparto agrituristico e per la viabilità interna, sempre più disastrata e ulteriore handicap per lo sviluppo delle aziende agroalimentari.

Michele Giuliano

L’intervista al presidente del Consorzio Dop Monti Iblei, Giuseppe Arezzo

RAGUSA – L’olio extravergine d’oliva Dop rappresenta al meglio la tipicità della tradizione e della cultura iblea che, simbolo della “Dieta Mediterranea”, viene prodotto nella parte orientale della Sicilia. Non a caso a Ragusa nasce il Consorzio Dop Monti Iblei con l’intento di aggregare i produttori, tutelare e promuovere l’olio, vigilando sulla sua qualità e genuinità.

“La Dop Monti Iblei è il riconoscimento ufficiale delle caratteristiche di pregio dell’olio extra vergine di oliva ottenuto nel comprensorio omogeneo dei Monti Iblei – ha dichiarato, in esclusiva per il QdS, il presidente del Consorzio, Giuseppe Arezzo -. Il territorio di produzione riguarda le province di Ragusa, Siracusa e Catania. Qui la coltivazione dell’ulivo si basa su sistemi tradizionali e ciò è testimoniato dalla presenza di migliaia di ettari di uliveti e di centinaia di piccoli frantoi. Le varietà più coltivate sono: la Moresca, la Tonda Iblea e la Nocellara Etnea, in minor misura si trova la Biancolilla, la Siracusana, la Nocellara Messinese, e di recente introduzione varietà non siciliane come la Carolea e la Coratina. La raccolta delle olive è differenziata, a seconda dell’altitudine, dal mese di settembre a gennaio. I nostri produttori raccolgono le olive manualmente, ripongono le olive in casse che permettono al prodotto di rimanere arieggiato e la molitura avviene nella stessa giornata. La sicurezza alimentare costituisce il requisito di base che deve essere sempre soddisfatto”.

L’estensione della coltura – ha continuato Arezzo – ha determinato la nascita di decine di aziende che imbottigliano il prodotto e lo commercializzano soprattutto in Francia, Germania ed Inghilterra. Attualmente i nostri soci sono 261, la produzione dell’olio avviene su una superficie di circa 1.743 ettari. Negli ultimi anni, grazie alle campagne di promozione che abbiamo portato avanti e alle partecipazioni alle più importanti fiere di settore, siamo riusciti a proiettarci sui mercati cinesi, giapponesi e americani. Nel 2020 abbiamo avuto una produzione certificata di olio Dop Monti Iblei di circa 3.804,73 Q.li. e, nonostante la pandemia e con la chiusura di molte attività di ristorazione, non abbiamo risentito un notevole calo di consumi. L’olio che producono i nostri associati è un prodotto di eccellenza premiato ed apprezzato a livello internazionale”.

“Grazie ad una modifica al disciplinare iniziata e presentata alla Comunità Europea nel lontano 2012 ma approvata solamente nel 2020 – ha precisato il presidente Arezzo – il Consorzio si è potuto ampliare nei territori di Mirabella Imbaccari e Scordia nei quali sono presenti degli impianti di eccellenza che rispondono alle caratteristiche da noi richieste. Chi vorrà aderire al Consorzio avrà a disposizione le nostre competenze e l’attività di promozione e valorizzazione dell’olio. Ci confrontiamo con i produttori di altri territori italiani, come ad esempio i colleghi del Lago di Garda che hanno sempre apprezzato le particolari qualità organolettiche dei nostri oli. Per noi questo è un motivo di vanto che ci spinge a fare sempre di più”.

“Quest’anno ci aspettiamo un’ottima annata – ha concluso Arezzo -. Ovviamente le condizioni climatiche, in questo periodo, sono decisive per l’impollinazione e l’allegagione quindi i prossimi due mesi saranno decisivi per la prossima olivagione. Puntiamo sempre sulla qualità e siamo sicuri che, come lo scorso anno, grazie al lavoro dei nostri imprenditori otterremo un olio pregevole”.

Biagio Tinghino

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