Oltre 1 mld di fedeli nel mondo, ma il Papa è un capo di Stato - QdS

Oltre 1 mld di fedeli nel mondo, ma il Papa è un capo di Stato

Carlo Alberto Tregua

Oltre 1 mld di fedeli nel mondo, ma il Papa è un capo di Stato

sabato 14 Settembre 2019

Il recente viaggio di Papa Bergoglio in Africa – nel corso del quale ha visitato Mozambico, Madagascar (la quarta isola più grande del mondo) e Mauritius – è servito per l’entusiasmo delle popolazioni minoritarie cattoliche e per diffondere la sua religione in una parte maggioritaria di essa.
Egli, dunque, si è recato come il delegato di Dio in Terra e Capo della comunità cattolica del mondo per propagare i temi religiosi ed i valori che vi sono alla base.
Come sempre, i viaggi del Papa sono un successo e raccolgono la presenza di centinaia di migliaia di persone, che poi mediaticamente diventano milioni, ma non c’è alcuna unità di misura.
In quelle nazioni il lavoro dei missionari e degli uomini della chiesa cattolica è duro e faticoso, perché non solo devono mantenere viva la fede degli abitanti che già fanno parte di quel mondo, ma hanno anche il compito di acquisire nuovi adepti.
In quelle parti del globo c’è la vera funzione della religione, perché si occupa soprattutto dei problemi materiali delle persone.

Papa Francesco, domenica primo settembre, ha annunciato la data del prossimo concistoro (5 ottobre), nel corso del quale nominerà 10 nuovi cardinali più tre non elettori, di cui uno solo italiano e precisamente l’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi. Con questo atto, il Papa sviluppa il processo di internazionalizzazione della chiesa di Roma, sempre meno italiana, per farla uscire idealmente dal suo piccolo territorio.
Ricordiamo che il Vaticano è uno Stato, seppure fra i più piccoli del mondo almeno sul piano territoriale. Tuttavia, esso ha un’adesione, sul piano religioso, di oltre un miliardo di abitanti in tutto il mondo.
è dotato di nunzi apostolici, che equivalgono ad ambasciatori e, per converso, ambasciatori di centinaia di Stati del mondo sono accreditati presso lo Stato del Vaticano.
Cosicché esso funziona come una vera istituzione, sul piano politico ed amministrativo. Vi sono tribunali e polizia, mentre la guardia svizzera, istituita nel 1506, ha solo una funzione coreografica e di apparenza. Ovviamente al proprio interno ha un dicastero economico ed anche una banca, la Ior (Istituto per le opere di religione).
Lo Ior è stato fonte di numerosi scandali soprattutto ai tempi del prelato Paul Marcinkus, perché furono distratte somme dalla loro effettiva destinazione. Marcinkus fu destituito, ma i suoi successori non hanno brillato per trasparenza ed oculatezza, tanto che i Papi hanno dovuto aprire ripetute inchieste sul loro operato.
Nello Ior confluiscono le elemosine che tutte le chiese del mondo raccolgono e mandano al Vaticano. Nelle sue casse arriva anche l’8×1000 che lo Stato italiano dà alle religioni in base alle scelte dei cittadini, formulate nei loro 730 o nel modello Unico.
Vi è una questione da chiarire, a riguardo, e si riferisce a tutti quei contribuenti che non indicano la destinazione dell’8×1000. Che succede in questo caso? La legge prevede che quella parte non indicata venga redistribuita in proporzione a quella destinata.
Cosicché, se il novanta per cento dei contribuenti ha indicato la chiesa di Roma, sarà anche attribuita ad essa il novanta per cento delle somme non destinate.

Nello Stato del Vaticano vi è la cosiddetta gerarchia che occupa i gangli del funzionamento di quella struttura, che è fatta di parti rappresentative ministeri e simili, seppure con denominazioni diverse.
La gerarchia supporta il Papa, il quale è un capo di Stato assoluto, in quanto nella città del Vaticano la democrazia non esiste.
Egli emana le leggi, in base alle proprie valutazioni e sentita la gerarchia, con decreti inappellabili. È l’unico caso al mondo in cui un sovrano non è controllato né controllabile, pur gestendo quel mare di fedeli prima indicato e cospicue risorse finanziarie.
Intendiamoci, la breve descrizione che precede non muove neanche la minima critica al Papa ed al suo Stato. Però, come giornalisti con la schiena dritta, abbiamo il dovere di fare fotografie incontrovertibili che la pubblica opinione giudica e valuta in modo indipendente.
L’importante è sapere e conoscere vicende e informazioni che vengano diffuse in modo completo ed obiettivo.

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