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Bancario morto a Lentini, riesumato il cadavere: possibile legame con duplice omicidio

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Bancario morto a Lentini, riesumato il cadavere: possibile legame con duplice omicidio

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mercoledì 25 Maggio 2022

L'autopsia sul corpo di Francesco Di Pietro servirà a ottenere prove in relazione al caso di duplice omicidio di Francesca Oliva e della figlia Lucia Marino avvenuto la scorsa estate

Al cimitero di Lentini, ieri, è stato riesumato il corpo di Francesco Di Pietro, un bancario in pensione ritrovato cadavere nell’agosto 2019 in contrada Ciricò di Carlentini. Il cadavere del banchiere è stato posto all’interno di una body bag, per essere trasportato presso l’obitorio del locale Ospedale dove sarà sottoposto ad un nuovo esame autoptico per verificare la presenza di ulteriori prove anche in relazione al duplice omicidio Marino-Oliva dell’estate scorsa.

A legare i due casi sarebbe il suo esecutore materiale, Adriano Rossitto, titolare di un’impresa di pompe funebri.

Il duplice omicidio di madre e figlia e il legame con Di Pietro

La scorsa estate, Adriano Rossitto, è stato destinatario di applicazione di misura cautelare in ordine al duplice omicidio di Francesca Oliva e della figlia convivente Lucia Marino rinvenute prive vita rispettivamente l’8 e il 10 luglio 2021 a seguito delle indagini della Compagnia Carabinieri di Augusta e del Nucleo Investigativo di Siracusa. Lo stesso Rossitto è oggi indagato, quindi, per l’omicidio di Francesco Di Pietro.

Le indagini dei Carabinieri

Per questa vicenda nel settembre 2020 (omicidio di Francesco Di Pietro) i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Augusta nell’ambito di un’articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, arrestavano in esecuzione di O.C.C. emesso dal GIP del Tribunale di Siracusa, Adriano Rossitto, 37enne, titolare di un’agenzia funebre, residente a Lentini, ritenuto responsabile di soppressione del cadavere di Francesco Di Pietro.

Il ritrovamento del corpo: nudo e senza documenti, avvolto in una “body bag”

Al momento del ritrovamento da parte di un passante, i Carabinieri ed il medico legale intervenuti non poterono accertare l’identità del cadavere poiché nudo e senza documenti o altri segni identificativi. Le operazioni nell’immediatezza risultarono difficili poiché il corpo si presentava in avanzato stato di decomposizione dovuto al fatto che la sacca utilizzata, presumibilmente a causa dello spostamento, presentava uno strappo e quindi non era più ermetica.

L’identificazione

Le successive indagini si rivolsero a verificare se in quei giorni nei comuni di Lentini e Carlentini e nelle zone limitrofe risultava la scomparsa di una persona e in effetti la P.G. poteva verificare che del Di Pietro non si avevano notizie da circa una settimana.

Il ritrovamento dell’auto di Di Pietro e la ricerca dei responsabili

I militari nel corso dei preliminari accertamenti avevano modo di localizzare l’automobile di proprietà dell’uomo nel parcheggio dell’ospedale di Lentini e avviavano, d’intesa con l’A.G. aretusea, un’intensa attività investigativa per identificare gli autori dell’occultamento della salma che nel frattempo, tramite raffronti in laboratorio di alcuni campioni di DNA, si poteva confermare che il corpo rinvenuto era proprio quello del Di Pietro.

Il giorno dell’omicidio

Attraverso i filmati delle telecamere si aveva modo di constatare che il Di Pietro, la mattina del 21 agosto, era uscito di casa e alla guida della sua Fiat Tipo, si dirigeva verso il centro storico di Lentini ma che da quel momento in poi non aveva più fatto rientro presso la sua abitazione. Nel medesimo contesto investigativo venivano sentiti i familiari, gli amici e i conoscenti della vittima, ovvero i soggetti coi quali era solito intrattenersi per buona parte della sua giornata, tra cui Adriano Rossitto per meglio comprendere la personalità e le abitudini dell’uomo.

Chi era Fabrizio Di Pietro, l’identikit

Dal contenuto delle audizioni si aveva modo di appurare che Francesco Di Pietro:

  • era un ex dipendente della banca “Carige” di Lentini in pensione;
  • era un soggetto alquanto metodico e abitudinario, molto geloso della sua autovettura, una Fiat Tipo, che non faceva guidare a nessuno, percorreva sempre le stesse strade e parcheggiava sempre negli stessi posti;
  • frequentava assiduamente l’agenzia di onoranze funebri “Gardenia”, sita in via Garibaldi di Lentini, gestita dal ROSSITTO Adriano, ove peraltro aveva allacciato rapporti sia con il Rossitto che con altri soggetti anch’essi frequentatori dell’agenzia e coi quali era solito trascorrere buona parte della sua giornata.

Adriano Rossito, indizi e discrepanze sulle dichiarazioni

Dall’analisi dell’attività investigativa, a carico di Adriano Rossitto si rilevavano, fin da subito, una serie di gravi indizi soprattutto per le significative discrepanze emerse dalle sue dichiarazioni, rese dapprima alla P.G. e poi confermate ed integrate innanzi al P.M..

I successivi accertamenti, la continua attività informativa e le numerose contraddizioni in cui è più volte incappato l’indagato nei vari interrogatori sostenuti, consentivano di acquisire una lunga serie di gravi e concordanti fonti di prova a carico del sospettato.

Questi elementi, supportati dagli accertamenti scientifici effettuati dai RIS dei Carabinieri di Messina, sia all’interno dell’appartamento che all’interno dell’abitacolo dell’autovettura del Di Pietro, che forniva ulteriori riscontri alle ipotesi investigative, facevano emergere in maniera chiara ed evidente la gravità delle responsabilità per cui si stava procedendo per cui il Pubblico Ministero, che concordava con l’esito delle indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Augusta, richiedeva ed otteneva dal GIP, l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere in concorso.

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