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Omicidio Loris, la madre condannata anche per calunnia

redazione web

Omicidio Loris, la madre condannata anche per calunnia

sabato 18 Settembre 2021

Nei confronti del suocero, Andrea Stival: per anni Veronica Panarello, poi condannata a trent'anni per l'assassinio del figlio, lo aveva accusato di aver ucciso lui il bambino a Santa Croce Camerina

“Questa sentenza era importante per mettere la parola fine sulle calunnie di questi anni nei confronti di Andrea Stival da parte dei cosiddetti leoni da tastiera”.

Lo ha detto l’avvocato Francesco Biazzo, che rappresenta Stival, commentando la nuova condanna di Veronica Panarello, 33 anni, – detenuta nel carcere di Torino e collegata in videoconferenza da Novara – in carcere per l’omicidio del figlio, il piccolo Loris Stival, trovato morto a Santa Croce Camerina (Ragusa) il 29 novembre 2014.

Un giallo che colpì l’opinione pubblica quello con al centro l’assassinio del piccolo Loris: per anni la donna fece credere che sarebbe stato il suocero a uccidere il bambino, perché quest’ultimo aveva scoperto una (poi rivelatasi del tutto inventata) relazione tra il nonno e la madre.

Il processo per l’omicidio di Loris si era concluso in Cassazione con la condanna definitiva a trent’anni di reclusione per la donna, riconosciuta come unica responsabile dell’uccisione del figlio.

Adesso Veronica Panarello è stata condannata per calunnia e dovrà pagare un risarcimento danni di 24.000 euro al suocero, oltre alle spese processuali.

Sul capo di Veronica Panarello pende un altro processo: il 15 ottobre, a Catania, si celebrerà quello per le minacce nei confronti del suocero.

Dopo la condanna in appello, infatti, la donna, a stento trattenuta dagli agenti di Polizia penitenziaria, tento di scagliarsi contro Stival, minacciandolo: «Sei contento? – gridò – Sai cosa ti dico? Prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco”.

“Non abbiamo ancora deciso se costituirci o meno in questo processo – afferma l’avvocato Biazzo – per noi era importante il processo odierno che ha messo la parola fine – lo speriamo – a tutte le dicerie e le infamie di questi anni”.

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