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L’omicidio a Palermo, programmato vertice a Roma tra Schifani, Lagalla e il ministro Piantedosi

L’omicidio a Palermo, programmato vertice a Roma tra Schifani, Lagalla e il ministro Piantedosi
Il ministro Piantedosi

Intanto le opposizioni si mobilitano sia in parlamento che all’Ars. L’M5s presenterà interrogazione al ministro per chiedere una risposta mentre in Sicilia si chiede un piano sicurezza

La questione sicurezza a Palermo sbarca a Roma dopo l’omicidio del giovane Paolo Taormina avvenuto domenica notte. Il governatore dell’Isola Renato Schifani ha contattato telefonicamente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per discutere del tema a Palermo. Il ministro ha confermato la sua disponibilità a ricevere il presidente della Regione e il sindaco del capoluogo siciliano, Roberto Lagalla, mercoledì mattina. Lo comunica una nota della Regione.

L’omicidio a Palermo, intanto l’M5s presenterà interrogazione a Piantedosi per chiedere una risposta

I deputati M5s Daniela Morfino e Valentina D’Orso e Davide Aiello annunciano una interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi.

“La tragedia che ha scosso Palermo nelle ultime ore – si legge nella nota – impone una riflessione profonda e una risposta immediata dello Stato. Un giovane ha perso la vita nel cuore della movida cittadina e questo è solo l’ultimo di una lunga e impressionante serie di episodi di violenza di strada. Ignobile il messaggio diffuso via social dal presunto responsabile dell’omicidio che in un video sembra fare apologia della mafia. È chiaro che la situazione sia fuori controllo e da molto tempo”.

E prosegue: “Stiamo presentando un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi a prima firma Morfino per chiedere un piano straordinario di prevenzione e controllo del territorio. Già a seguito della sparatoria che a Monreale ha strappato la vita a tre giovani, avevamo presentato un’interrogazione al ministro Piantedosi per sapere come il governo intenda contrastare il fenomeno della compravendita di armi da fuoco nei circuiti illegali e della diffusione della detenzione di armi, in particolare tra minorenni e giovani adulti”.

La nota continua: “Inoltre, servono più risorse, più personale e un’azione coordinata tra Stato, Regione e Prefettura per garantire la sicurezza dei cittadini e sostenere chi lavora nei luoghi della movida. Non è accettabile la continua non risposta del governo, che fa solo propaganda e il gioco delle tre carte sul numero degli agenti che lavorano per la sicurezza dei nostri cittadini. Non possiamo abituarci alla violenza né lasciarci sopraffare dall’indifferenza. Palermo deve tornare a essere una città viva, accogliente e sicura, soprattutto per i più giovani”.

All’Ars le opposizioni con una mozione chiedono un piano sicurezza

Anche al parlamento siciliano le opposizioni chiedono una risposta e lo fanno con una mozione annunciata da Ismaele La Vardera di Controcorrente, Nuccio Di Paola del Movimento 5 Stelle, e Michele Catanzaro del Partito democratico.

Si legge: “Abbiamo presentato una mozione urgente al governatore Schifani così che si impegni a portare sui tavoli romani e soprattutto al ministero dell’Interno e della Difesa il problema della sicurezza”.

Aggiungono: “Palermo è una città con seri problemi legati alla sicurezza e le forze dell’ordine sono sotto organico. Siamo convinti che serva, da parte del ministro dell’Interno e del ministro della Difesa, un piano straordinario volto ad incrementare gli uomini delle forze dell’ordine, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza così da potere garantire pattugliamenti capillari e controlli serali e notturni”.

E infine: “Quanto accaduto questo weekend, a pochi passi dalla piazza centrale di Palermo, è allarmante e deve necessariamente portare ad una serie di contromisure per arginare questo fenomeno. La gente esce armata da casa e non è più possibile accettare morti di questo tipo. Richiediamo, inoltre, che vengano attivate immediatamente operazioni straordinarie contro il traffico, la detenzione e il commercio illegale di armi, e che queste vengano affiancate da normative che prevedano pene certe e sanzioni più severe per chi detiene armi illegalmente”.