Il reato contestato è di omicidio volontario. Si attende l'autopsia sul corpo della vittima.
Convalidato a seguito di un lungo interrogatorio l’arresto di Giovanni Salamone, l’agrigentino di 61 anni accusato dell’omicidio della moglie Patrizia Russo – anche lei agrigentina – a Solero, in provincia di Alessandria.
Il reato contestato è di omicidio volontario.
Omicidio Patrizia Russo, convalidato l’arresto del marito
Secondo una prima ricostruzione, il 61enne avrebbe ucciso la moglie – insegnante di sostegno originaria di Agrigento, che da circa un anno si era trasferita a Solero per lavoro – a coltellate all’alba di mercoledì. Poi, avrebbe chiamato i carabinieri e avrebbe confessato l’omicidio. Il giorno prima la coppia era tornata dopo un viaggio in Sicilia in occasione della raccolta delle olive.
Salamone ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari Stefano Tacchino, assistito dai legali Gianfranco Foglino ed Elisabetta Angeleri. Si attende nelle prossime ore l’autopsia sul corpo di Patrizia Russo per far emergere maggiori dettagli sulla dinamica del femminicidio. Nel frattempo, per Giovanni Salamone si sono aperte le porte del carcere.
Il mistero sul movente
Secondo alcune indiscrezioni, dal lungo interrogatorio seguito all’omicidio, sarebbe emerso il disagio psicologico del 61enne. Rimane un mistero, però, il movente del gesto: c’è chi parla di problemi economici, chi di possibili liti legate al trasferimento dalla Sicilia al Piemonte.
Agrigento sotto shock
Di fronte all’ennesimo omicidio, anzi femminicidio, la comunità di Agrigento è sconvolta. Salamone era un noto agricoltore e attivista per l’ambiente e la vittima – Patrizia Russo – una stimata docente. Mentre la dinamica dell’ennesimo caso di violenza finito in tragedia è ancora in fase di accertamento, la società non può fare altro che interrogarsi e ricordare con commozione la vittima.
Ieri è stata organizzata una veglia di preghiera per Patrizia Russo. Un folto gruppo di cittadini, nonostante l’allerta meteo, ha voluto ricordare la donna uccisa. “Nella chiesa della Badiola, nel pieno centro storico di Agrigento dove è cresciuta la vittima, abbiamo pregato per la povera Patrizia, ma anche per il marito Giovanni”, si legge in una nota di Mareamico Agrigento.
Alla veglia di preghiera era presente pure il figlio della vittima Francesco, che ha lanciato una sottoscrizione per aiutare la famiglia nell’affrontare le spese per il rientro della salma in Sicilia e per l’organizzazione del funerale.
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