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I furti alla mafia e l’omicidio come ritorsione dei Barcellonesi: due arresti dopo 15 anni

I furti alla mafia e l’omicidio come ritorsione dei Barcellonesi: due arresti dopo 15 anni
Auto dei carabinieri – operazioni, ricerche, soccorsi e controlli – Imagoeconomica

Le parole di un pentito hanno permesso di risolvere un delitto risalente al 2010.

L’omicidio di Petre Ciurar, cittadino romeno, risolto dopo ben 15 anni grazie alle parole di un pentito, che avrebbe rivelato informazioni rilevanti per permettere due arresti per il delitto commesso a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel 2010.

Gli arrestati, finiti nel mirino dei carabinieri del Ros e dei colleghi dei comandi provinciali di Messina e Reggio Calabria, sono accusati di omicidio e porto illegale di armi, entrambi reati aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.

L’omicidio di mafia di Petre Ciurar, due arresti dopo 15 anni

“Il delitto fu ideato ed eseguito quale atto ritorsivo nei confronti della comunità rom, ritenuta responsabile di diversi furti nel territorio in cui gestivano la sua attività criminale i boss del gruppo San Giovanni, al quale erano organici i due i arrestati”, spiegano gli investigatori sul delitto legato ai barcellonesi.

L’omicidio del rom Petre Ciurar, quindi, sarebbe stato una ritorsione in seguito ad alcuni furti ai danni degli esponenti della mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, in particolare del gruppo San Giovanni, a cui i due presunti killer risultano affiliati.

Le indagini

Le indagini sull’omicidio sono state svolte dai carabinieri del ROS-Sezione Anticrimine di Messina e dalla Polizia Giudiziaria della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Determinante per gli odierni arresti il contributo di un collaboratore di giustizia, ex affiliato alla famiglia mafiosa dei barcellonesi.

Per gli odierni indagati sussiste, come prevede la legge, il principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

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Immagine di repertorio