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Svolta sull’omicidio di Piersanti Mattarella, agli arresti un ex poliziotto. L’accusa: “Fece sparire il guanto del killer”

Svolta sull’omicidio di Piersanti Mattarella, agli arresti un ex poliziotto. L’accusa: “Fece sparire il guanto del killer”
Omicidio Piersanti Mattarella

Oggi in pensione -e agli arresti – , Filippo Piritore dovrà adesso necessariamente dare risposta su quanto chiarito dalle accuse.

A 45 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, la Procura di Palermo ha adesso accusato e arrestato un ex poliziotto per depistaggio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera infatti, il procuratore antimafia Maurizio De Lucia e i sostituti Antonio Charchietti e Francesca Dessì, sostengono infatti che l’allora funzionario della squadra Mobile, tale Filippo Piritore avrebbe “affermato il falso e taciuto quanto a sua conoscenza” a proposito di una fondamentale prova sparita: il guanto abbandonato dal killer la mattina del 6 gennaio del 1980, quando venne ucciso sotto agguato il presidente della Regione dell’epoca, oltre che fratello di Sergio, attuale Presidente della Repubblica. In quel caso dunque, su quell’assassinio, una prova sparita avrebbe secondo le accuse la mano di Piritore, ex poliziotto che si occupò di questo caso.

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Svolta nelle indagini su omicidio Piersanti Mattarella. Il ruolo di Piritore e il guanto sparito

Questo guanto, sparito tra le prove dell’omicidio, viene definitivo come “un reperto importantissimo“, con il ministro dell’Interno dell’epoca, Virginio Rognoni, che lo indicò come “l’unico oggetto che potrebbe appartenere ai criminali”. Un guanto da trattare con estrema cura, dunque. Ma, al posto di essere “privilegiato” in quanto prova determinante e forse unico oggetto in mano al killer ritrovato, fu perduto, o fatto sparire. Il tutto, secondo chi indaga, in modo da ostacolare le indagini nel 1980 continuando a inquinarle ancora oggi, come sostengono i pm di turno che stanno ancora indagando sull’attentato a Piersanti Mattarella a distanza di 45 anni dall’omicidio.

Filippo Piritore, l’ex poliziotto e componente di quella squadra mobile che si occupò del caso, oggi è in pensione dopo una carriera anche da Questore a Caltanissetta, L’Aquila per poi chiudere a Genova prima di fare il Prefetto a Isernia. In base all’inchiesta dunque, riaperta nel 2017, quel famoso e ricercato guanto in pelle passò proprio dalle mani dell’ex poliziotto, Piritore, prima di perdersi nel nulla. Ufficialmente, secondo referto dell’ex poliziotto in quel momento di turno, il guanto fu preso e consegnato (attraverso un funzionario della Mobile) a una guardia presso la polizia scientifica, Giuseppe Di Natale, per poi essere consegnato al pubblico ministero dell’epoca, Pietro Grasso. Tutto ciò però, è sempre stato negato dai due soggetti tirati in mezzo: Di Natale e Grasso, alimentando dunque le ombre su Piritore.

Adesso, la nuova inchiesta sull’assassinio di Piersanti Mattarella non fa altro che accendere i riflettori su quel famoso indizio mancate, per un’indagine che dopo 45 anni fa ancora parlare di sé, perchè considerata essere stata “gravemente inquinata e compromessa dall’opera di appartenenti alle istituzioni, all’evidente fine di impedire l’identificazione degli autori dell’omicidio del presidente Mattarella”. Questi, ancora oggi sconosciuti proprio anche grazie al famoso guanto sparito e di cui l’ex poliziotto oggi in pensione – e agli arresti -, Filippo Piritore dovrà necessariamente dare risposta.