“Mi sono ambientato ormai” così cantava Paolo Conte, e così il suo omonimo Giuseppe avrà detto ai frustrati accoliti della maggioranza nel vecchio rito della Verifica.
Chi, come il cancelliere Crimi, resisteva su i nostri sono i migliori ministri del pianeta, gli stanchi dioscuri del Pd ripetevano il famoso refrain del cambio di passo, gli amici del griso Renzi giuravano e spergiuravano il Rimpasto mai.
La terza ondata salverà per ora il Governo Conte.
“Il naufragio mi ha dato la felicità che tu non mi dai”, continuava a cantare Paolo, forse pensando come Nostradamus a Giuseppe.
“Io volevo fare come la Merkel” dice l’onesto e triste Speranza.
La verità è che nessuno è così folle da prendere in mano un Paese con una pandemia che fa un numero assurdo di morti e senza ancora un vaccino distribuito su grandi numeri.
Il momento verrà forse a Maggio, quando il caldo dell’estate e dell’immunità vaccinale produrrà i suoi effetti.
Ma soprattutto appena prima che cominci il semestre bianco, che porterà al prossimo arbitro della politica italiana, il nuovo Presidente della Repubblica.
Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. È quello il momento di svolta per il futuro della politica, alta o bassa che sia.
Lì si capirà chi sta con chi e conseguentemente che impianto di legge elettorale ci farà uscire da questa eterna seconda Repubblica maggioritaria.
Certo a maggio si entrerà nel vivo anche della benzina per il futuro, la gestione del Recovery Fund, per ora ci sono solo schermaglie sul metodo.
Chi sarà il nuovo premier, ci sarà ancora Conte?
Fosse per gli amici del bar del Giambellino, tra cui io, ci vorrebbe un drago, meglio plurale.
Gatto Silvestro