I giornali finanziari danno notizia di aumento del titolo Mediaset. Vista così sembra una contraddizione, visto il ricovero del suo Capo
I giornali finanziari danno notizia di aumento del titolo Mediaset. Vista così sembra una contraddizione, visto il ricovero del suo Capo. Ma invece forse il mercato scommette, acquistando soprattutto i titoli con diritto di voto, su una fusione o una vendita della società che oggi si chiama MfE, Media for Europe. Sarà di nuovo in campo Bollorè che tento con Vivendì di scalare il gruppo già in passato? O forse i tedeschi che hanno con la famiglia Berlusconi partecipazioni in Germania?
Tutti questi segnali certo non sono confortanti per la percezione della salute del vecchio Cavaliere. Poi ci sarebbero le Opa politiche, sulla creatura Forza Italia. Tajani pur coordinatore non ha nemmeno la legale rappresentanza del partito a norma di Statuto. Difficile tenere insieme un partito azienda senza l’azienda, che in questo caso era rappresentata solo da Lui, visto che i figli non risultano interessati, soprattutto a pagarne i debiti.
Forza Italia ha un solo destino post Berlusconi quando sarà. La diaspora come per gli ebrei dopo la caduta di Gerusalemme. In mancanza del corpo ieratico di Berlusconi, vero totem di Manitù, i forzaitalioti, genti diversissime per stratificazione, origine e culture, si spargeranno per l’Orbe politico. Chi sarà attratto dal carro vincente destrorso, che però può crescere un po’ ma non troppo, e sui collegi le competizioni rischiano di fare saltare i nervi a molti. Qualcuno a Nord potrebbe andare da Salvini che però dopo il tracollo delle nazionali ha meno posti a disposizione che ministri. Altri, magari quelli più lontani dalla bionda Fascina, nuova curatrice di FI, potrebbero riallacciare vecchi rapporti con Carfagna&Gelmini, certo con la Ronzulli un po’ di astio c’è stato ma è cessato l’oggetto del contendere.
Nel frattempo l’uomo più furbo di Pierfurby Casini, Matteo Renzi, nella stessa giornata del ricovero di Berlusconi, sembra che si tiri fuori dall’agone. Va a dirigere, “politicamente” più che giornalisticamente, “Il Riformista”, giornale che dal titolo e dalle battaglie garantiste sembra quasi un House Organ. Se si considera che in passato c’era il partito Mediaset, e poi il partito di Repubblica di De Benedetti, questa cosa vorrà dire qualche cosa.
Renzi sa che solo dopo le europee si potrà ricominciare a fare politica, e occupa il tempo e lo spazio ad arare il terreno con uno strumento più consono di un partito o un gruppo parlamentare. Faceva così anche Berlusconi che da oppositore non frequentava più di tanto il Palazzo. Non lo riteneva né congruo né utile. In questo Renzi, soprattutto per indole narcisa è il suo vero erede.
Nel frattempo il vecchio Cavaliere si difende nell’ultima battaglia, quella della salute che pian piano se ne va. La tempra è forte, è quella di una generazione che non molla nulla, nemmeno un centimetro. Come nelle barzellette, metafora della simpatia e del consenso, a cui era legatissimo, ci ricorda quella del vecchietto che sembrava di morire per i più vari incidenti, ma che non moriva mai. La fine è nota.
Così è se vi pare.