Open Arms, gli atti su Salvini al Tribunale dei Ministri - QdS

Open Arms, gli atti su Salvini al Tribunale dei Ministri

Open Arms, gli atti su Salvini al Tribunale dei Ministri

venerdì 29 Novembre 2019

La Procura palermitana ha trasmesso gli atti al Tribunale dei Ministri della stessa città con la richiesta di esaminarli. Entro novanta giorni o l'archiviazione o la richiesta di autorizzazione a procedere per sequestro di persona

La Procura palermitana ha trasmesso al Tribunale dei Ministri della stessa città gli atti relativi al procedimento a carico dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini che era stato indagato dall’ufficio inquirente di Agrigento per sequestro di persona e omissioni di atti di ufficio nella vicenda della nave Ong Open Arms.

Non si sa se i pm palermitani, nel mandare il fascicolo, abbiano chiesto l’archiviazione del caso o indicato, come fecero per la vicenda Diciotti, nuovi elementi su cui indagare.

Entro novanta giorni dal ricevimento degli atti, compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, se non ritiene che si debba disporre l’archiviazione, il tribunale trasmette il procedimento con relazione motivata al procuratore della Repubblica che lo invia alla Camera competente per l’autorizzazione a procedere qualora l’indagato sia parlamentare.

Salvini è stato indagato ad Agrigento per aver impedito ad agosto lo sbarco e trattenuto a bordo della Open Arms, la ong spagnola, 164 migranti soccorsi in zona Sar libica.

La vicenda fu sbloccata dal sequestro dell’imbarcazione disposto, per motivi di emergenza sanitaria, dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Patronaggio ad agosto aprì una indagine a carico di ignoti per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.

Solo due settimane fa, dopo aver iscritto Salvini nel registro degli indagati, ha trasmesso le carte ai colleghi di Palermo.

Matteo Salvini ha risposto con la consueta spocchia: “Ma in alcuni Tribunali non hanno problemi più importanti di cui occuparsi? Quando tornerò al governo, rifarò esattamente quello che ho fatto: i confini sono sacri, punto”.

Propaganda, insomma, come quando affermava che i porti italiani erano chiusi e intanto su ogni metro dei 7.600 chilometri di costa del nostro Paese, potevano sbarcare migliaia di migranti.

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