Oggi, venerdì 20 dicembre, è il giorno della sentenza sul caso Open Arms. Una vicenda che va avanti da diversi anni, con 24 udienze svolte e che troverà il capitolo più importante nelle prossime ore, quando nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo arriverà Matteo Salvini con i suoi avvocati.
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A supporto di Matteo Salvini, probabilmente ci saranno anche tanti esponenti della Lega, come segno di vicinanza al loro riferimento principale.
Caso Open Arms, le accuse all’indirizzo di Matteo Salvini
Come noto, il vicepremier Matteo Salvini – nel caso Open Arms – deve rispondere alle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Il tutto, per aver impedito lo sbarco di 147 migranti a Lampedusa nell’agosto del 2019. Al tempo, infatti, i migranti vennero salvati in mare dalla ong spagnola Open Arms ma, proprio a causa dello stop agli sbarchi voluto da Matteo Salvini, tutte le persone coinvolte rimasero per 19 giorni in mare. All’epoca dei fatti, Matteo Salvini ricopriva il ruolo di ministro dell’Interno nel primo governo targato Giuseppe Conte.
La richiesta dell’accusa nei confronti di Salvini
Ma cosa rischia Matteo Salvini dal caso Open Arms? L’accusa già da tempo ha chiesto una condanna a sei anni di reclusione. Alcuni dei naufraghi coinvolti, inoltre, si è costituito a parte civile e ha richiesto il risarcimento danni per una cifra che supera 1 milione di euro.
Alla difesa del vicepremier c’è l’avvocato Giulia Bongiorno, che ha invece richiesto l’assoluzione per il suo assistito perchè, all’epoca, Salvini decise di “tutelare i confini dello Stato”.

