Open Arms, Salvini: "Mossa della sinistra". Pm: "Non è politico"

Open Arms, Salvini: “Mossa disperata della sinistra”. Pm: “Non è un processo politico”

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Open Arms, Salvini: “Mossa disperata della sinistra”. Pm: “Non è un processo politico”

Redazione  |
sabato 14 Settembre 2024

Durante il processo Open Arms la requisitoria viene affrontata da Marzia Sabella, Calogero Ferrara e Giorgia Righi. Le dichiarazioni di Giulia Bongiorno, legale di Salvini.

“È una responsabilità politica della sinistra, che ha deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo. Una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziaria. Un film già visto con Silvio Berlusconi e che stiamo vedendo – per certi aspetti – perfino con Donald Trump”. Lo dice il vicepremier Matteo Salvini a Libero parlando del processo a Palermo sulla vicenda della nave Open Arms.

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“La Lega ha già previsto per i prossimi due fine settimana la mobilitazione in centinaia di città italiane – con tanto di raccolta di firme – per sostenere che il processo di Palermo non è processo al segretario della Lega o all’ex ministro, ma un processo all’Italia e alla coerenza di chi ha fatto quello che aveva promesso”, dice Salvini.

Open Arms: la requisitoria del processo

“Il Governo Conte 1, come è emerso in questo processo, con il suo contratto di governo prevedeva di sensibilizzare l’Europa per ottenere una equa distribuzione dei migranti. L’allora ministro dell’interno (Matteo Salvini ndr) ha ritenuto di potere squilibrare l’unità di misura dei beni giuridici in questione, in favore dei porti chiusi, quale strumento di pressione degli stati membri”. Con queste parole il procuratore aggiunto di Palermo, Marzia Sabella, ha iniziato la requisitoria del processo Open Arms. Questo vede imputato il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

“In questo procedimento si è prospettato che un natante di legno, in alto mare, navigasse in sicurezza, come se il capriccio di un’onda non avesse potuta farla ribaltare” prosegue Marzia Sabella, nel corso della requisitoria del processo Open Arms a Matteo Salvini.

Le parole del pm Ferrara

“È’ solo la terraferma a essere un pos, cioè il place of safety, in altre parole il posto più sicuro. E questo lo ha ribadito anche la Corte di cassazione”. Lo ha detto il pm Calogero Ferrara, proseguendo la requisitoria nel processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini. “Normalmente il Pos è il porto più vicino, però questo è stato modificato nel corso degli anni. Allora dobbiamo rispondere a due domande: la nave di salvataggio può essere considerata un luogo sicuro? Come è stato rappresentato in questo processo. La risoluzione Msc dice che la nave non viene considerata un luogo in sicurezza, anche se è luogo temporaneo di sicurezza, e dovrebbe essere sollevata. Pertanto la nave può esser considerato solo un Pos temporaneo. Che la nave non sia un luogo sicuro è un principio consolidato. Anche le navi ad hoc per effettuare il salvataggio devono avere dei requisiti ben precisi. Quindi, solo la terraferma può essere un Pos e questo lo ha ribadito anche la Cassazione”.

“La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione. Che sia un migrante, un componente di un equipaggio, un passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato. Poi, la giustizia farà il suo corso”. Sono le parole del pm Calogero Ferrara proseguendo la sua requisitoria al processo Open Arms.

Open Arms: l’accusa di processo politico

“I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini”. Così il Procuratore aggiunto di Palermo Marzia Sabella nel corso della requisitoria. Il magistrato, in aula con i sostituti Calogero Ferrara e Giorgia Righi, ha poi parlato di un “iter criminoso” e di “non concedere il porto sicuro ai migranti”. Ecco le parole del Procuratore aggiunto Sabella: “Non si può invocare la difesa dei confini senza tenere conto della tutela della vita umana in mare”.

“Questo è un processo politico? È pacifico che qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi”. Sono le parole del pm Calogero Ferrara nel corso della sua requisitoria al processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

Le parole del legale di Matteo Salvini

“Mi preme rilevare che in questa introduzione della requisitoria è di intuitiva evidenza che il pm sta procedendo a una requisitoria contro il decreto sicurezza bis, che è un atto del governo, contro la linea politica prima redistribuire e poi sbarcare. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea. Sapete perfettamente che anche in dichiarazioni pubbliche è stata una linea portata avanti da tutto il governo, anche dallo stesso premier di allora”. Lo ha detto l’avvocata Giulia Bongiorno, legale del ministro Matteo Salvini, durante una pausa della requisitoria.

“Il pm che ha detto che non voleva essere un intervento contro la politica, nel momento in cui dice che un tavolo tecnico a cui partecipava l’attuale capo della Polizia, le direttive e i decreti sono inaccettabili, intollerabili e in contrasto con i diritti umani, in realtà, sta processando la linea politica di quel governo. Vedremo più tardi”, dice.

“Nel caso Open Arms, a prescindere dalle anomalie della navigazione, dal fatto che c’erano rischi che vi fossero a bordo terroristi, sono state adottate tutte le misure per garantire la tutela e la protezione dei migranti”. Così l’avvocata Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini, durante una pausa del processo.

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