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VIDEO | Le mani della mafia su appalti pubblici e imprese, scatta l’operazione Alba

Redazione
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In mattinata a Partanna (TP), i militari del Nucleo Investigativo del comando provinciale carabinieri di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti 5 persone (di cui 3 destinatarie della custodia cautelare in carcere e 2 della misura dell’obbligo di dimora con prescrizione di presentazione alla polizia giudiziaria) indagate nell’ambito della cosiddetta operazione Alba.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, porto abusivo di armi, tentata estorsione e favoreggiamento personale. I militari del comando provinciale sono stati supportati in fase esecutiva dal personale dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” e dai comandi dell’Arma territorialmente competenti.

Operazione Alba, mafia ed estorsioni: 5 indagati

L’indagine – condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Trapani e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo – ha consentito di acquisire gravi indizi circa la convergenza di illeciti interessi di esponenti di spicco della famiglia mafiosa di Partanna (mandamento di Castelvetrano) e imprenditori operanti nel settore edile e oleario, per il controllo sul territorio e delle locali attività imprenditoriali.

Tale controllo, come rivelato dall’operazione Alba, consisteva nelle seguenti azioni:

  • turbativa della procedura concorsuale indetta dal Tribunale di Sciacca per l’acquisizione di un capannone industriale;
  • condizionamenti nell’aggiudicazione degli appalti pubblici in favore degli stessi indagati e di altri soggetti contigui al sodalizio mafioso;
  • nell’assunzione di familiari in imprese olivicole locali, ricorrendo a forme di intimidazione nei confronti dei legali rappresentanti;
  • in forme di imposizione, atti intimidatori e minacce per la risoluzione di controversie fra privati.

Anche l’autista del boss indagato

Fra i destinatari della misura cautelare prevista nell’ambito dell’operazione Alba figura anche il 60enne che, già arrestato il 16 gennaio 2023 quale “autista” di Matteo Messina Denaro: si sarebbe reso responsabile di un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore nel settore oleario, allo scopo di garantire il sostegno economico all’ex latitante.

È obbligo rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di reato, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza passata in giudicato, nel rispetto del principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza.

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