Anche il trapper catanese sarebbe tra le persone che avrebbero chiesto l'aiuto del sistema composto da agenti corrotti e detenuti per ottenere cellulari in carcere.
Ci sarebbe anche il trapper catanese Niko Pandetta tra gli indagati della maxi operazione sul “business” di droga e ingresso di cellulari al carcere Pagliarelli di Palermo.
Il cantante, però, non è tra i 12 destinatari della misura cautelare eseguita nelle scorse ore dalle forze dell’ordine.
Operazione al carcere Pagliarelli, indagato anche Niko Pandetta
Pandetta non è – come già specificato – tra i destinatari delle misure cautelari emesse ma sarebbe citato in alcuni capi d’imputazione. Secondo le indiscrezioni, il trapper catanese – attualmente detenuto in Calabria – avrebbe promesso 1.000 euro per corrompere uno degli agenti di polizia penitenziaria corrotti per ottenere un cellulare e tenerlo in carcere. In un altro episodio, invece, avrebbe ricevuto un cellulare da un altro agente.
Il terzo caso contestato che coinvolge Pandetta, invece, risale a marzo 2024, quando al trapper è stato contestato il possesso di più strumenti di comunicazione detenuti illecitamente durante la detenzione nel carcere di Palermo.
Il caso del One Day
Niko Pandetta, ancora prima della notizia del suo presunto coinvolgimento nell’inchiesta sul carcere Pagliarelli, era tornato a far parlare di sé lo scorso inizio maggio. In occasione del One Day Music Festival di Catania, infatti, avrebbe ricevuto una videochiamata dal trapper Baby Gang. Una chiamata che non avrebbe potuto ricevere se non avesse avuto con sé – in carcere – un cellulare. La diffusione di un video sui social ha permesso l’apertura di un’inchiesta sull’episodio, che a sua volta ha portato al ritrovamento di un cellulare che Pandetta era riuscito a procurarsi nonostante la detenzione.
Il blitz
Gli indagati dell’operazione odierna sul carcere Pagliarelli sarebbero più di 40, tra i quali spiccherebbe anche il nome di Niko Pandetta.
L’inchiesta – coordinata dalla Procura di Palermo – ha portato oggi all’esecuzione di 12 misure cautelari a carico di altrettante persone, accusate a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione ha consentito di scoprire e smantellare un sistema criminale messo in piedi da detenuti che – con atteggiamenti violenti e l’ausilio di alcuni agenti corrotti – si occupava di introdurre illecitamente in carcere droga e cellulari a prezzi esorbitanti.
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