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NOMI e VIDEO | Droga, mafia e violenza, scatta la nuova operazione contro il clan Scalisi: raffica di arresti

Redazione
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Sono 14 gli arrestati nell’ambito della maxi operazione antimafia e antidroga che ha colpito pesantemente il clan Scalisi, portata a termine nella notte dagli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Adrano, coordinati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

Il blitz ha visto la collaborazione delle Squadre Mobili di Napoli, Caserta, Taranto, Nuoro, Sassari, Udine, Pavia, Siracusa e Chieti e del personale del commissariato di Caltagirone.

Operazione contro il clan Scalisi, chi sono gli arrestati

I 14 destinatari della misura cautelare in carcere – accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e detenzione abusiva di armi, ricettazione, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravati dall’associazione al clan Scalisi di Adrano, sono:

  • Vincenzo Biondi, classe 1977;
  • Antonino Bonura, classe 1989;
  • Pietro Castro, classe 1997;
  • Emanuele Centamore, classe 2001;
  • Alfio Di Primo, classe 1967;
  • Antonino Garofalo, classe 1968;
  • Alfio Lo Curlo, classe 1992;
  • Concetto Cristian Nicolosi, classe 2003;
  • Soraja Pantò, classe 1985;
  • Dario Sangrigoli, classe 2000;
  • Salvatore Scafidi, classe 1997;
  • Alfio Scalisi, classe 2002;
  • Pietro Schilirò, classe 1967;
  • Andrea Stissi, classe 1997.

I provvedimenti della nuova operazione antidroga e antimafia segue quella dello scorso 16 settembre, che ha portato al fermo e all’ordinanza di custodia cautelare in carcere di:

  • Vincenzo Castro, classe 2002;
  • Davide Intili, classe 2002;
  • Salvatore Lo Cicero, classe 1993;
  • Pietro Giuseppe Lucifora, classe 1977;
  • Mario Lucifora, classe 1977;
  • Angelo Gemmellaro, classe 1978;
  • Francesco Mannino, classe 1983;
  • Biagio Mannino, classe 1987;
  • Antonio Ricceri, classe 2003;
  • Mario Sciacca, classe 2001.

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Le indagini

Le indagini che hanno portato all’odierna operazione contro il clan Scalisi sono andate avanti dall’ottobre 2023 al settembre 2025 e hanno smascherato una serie di condotte illecite che vanno dall’associazione mafiosa al traffico di droga fino alle estorsioni e alle intimidazioni – ai danni di commercianti, imprenditori, proprietari terrieri e ambulanti – e all’incendio di veicoli.

Nel corso delle attività, gli operatori hanno sequestrato un chilo di droga, tra cocaina e marijuana, oltre a 3 pistole riconducibili al sodalizio criminale. Tra i denunciati nell’ambito della maxi operazione contro il clan Scalisi figurano anche alcuni detenuti, che comunicavano dal carcere utilizzando cellulari detenuti illecitamente.

Dal progetto di omicidio al traffico di droga

I primi fermi sono scaturiti dalla necessità di fermare il piano omicidario che avrebbe messo in piedi Pietro Lucifora, ritenuto reggente del clan Scalisi, per ragione legata all’uccisione del figlio (che sarebbe maturata in contesti estranei alla criminalità organizzata). Lucifora avrebbe coordinato gli affari illeciti del sodalizio – in primis la fiorente attività di spaccio di cocaina – e anche il progetto violento contro alcuni soggetti (ancora non identificati) ritenuti responsabili della morte del figlio 17enne Nicolò Alfio Lucifora avvenuto il 20 aprile scorso a Francofonte (SR) al culmine di una violente rissa. Da un’intercettazione è emerso che l’omicidio sarebbe dovuto avvenire proprio nel Siracusano negli ultimi giorni di settembre.

Tra i compartecipi al piano pare ci fossero lo zio del 17enne Pietro Schilirò e altri familiari di quest’ultimo, tutti residenti a Chieti. Questi avrebbero perfino trovato il modo di confezionare una finta divisa dei carabinieri da usare durante l’agguato e si sarebbero occupati di noleggiare un furgone non munito di localizzatone satellitare per viaggiare da Chieti alla Sicilia e viceversa e reperire armi.

L’atto avrebbe dovuto essere supportato anche dal fratello Mario Lucifora, che pare si fosse già messo all’opera per trovare le armi necessarie all’azione cruenta.

Oltre agli arresti, sono scattate anche perquisizioni ad Adrano, Catania, nonché a Chieti e Pescata, con la collaborazione delle locali Squadre Mobili. Nei pressi della casa di Pietro Lucifora sono stati trovati circa 550 grammi di cocaina, suddivisi in dosi, insieme a del materiale per la pesatura e per il confezionamento; nell’appartamento di Angelo Gemmellaro, inoltre, pare ci fossero un revolver privo di matricola e mai denunciato. E ancora: nel garage di Pietro Schilirò sarebbero state trovate e sequestrate due divise dalla foggia simile a quelle dell’Arma dei carabinieri.

L’operazione odierna contro il clan Scalisi ha permesso di confermare ancora una volta come all’interno delle carceri i detenuti utilizzino abusivamente, ma continuativamente, utenze telefoniche non solo per mantenere rapporti con i sodali ma anche per pianificare e organizzare nuove attività delittuose.

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