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Operazione Ipogeo a Catania: fuoco, violenza e scontri con la polizia. Scattano gli arresti – VIDEO

La Procura di Catania ha eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili delle azioni violente avvenute durante il corteo del 17 maggio scorso, organizzato dalla “Rete No DDL Sicurezza Catania” per protestare contro il ddl Sicurezza. L’indagine, condotta dalla Digos e coordinata dalla Procura etnea e denominata “operazione Ipogeo“, ha ricostruito le fasi della guerriglia esplosa lungo il percorso di sciopero ed in particolare in prossimità del carcere di Piazza Lanza. Un agente della Polizia Municipale è stato ferito da una pietra lanciata da uno degli arrestati, un altro è stato derubato della paletta d’ordinanza. Contro le forze dell’Ordine sono state lanciate pietre, bombe carta, bottiglie incendiarie.

Operazione Ipogeo a Catania, chi sono gli arrestati

Due dei destinatari del provvedimento, Luigi Bortolani e Gabriele Venturi, entrambi classe 1992, sono già stati individuati e arrestati. La Procura li ritiene figure di riferimento del movimento anarco-insurrezionalista attivo tra Catania e Bari. Per il terzo indagato è stato emesso mandato di arresto europeo, trovandosi al momento all’estero.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il corteo era diviso in due spezzoni: uno regolarmente autorizzato e composto da manifestanti pacifici, e una coda caratterizzata dalla presenza di un gruppo organizzato a connotazione anarchica. È da questo secondo gruppo che sarebbe partita l’azione violenta, messa in atto da una decina di persone sulle circa 200 presenti, che hanno anche imbrattato edifici con scritte come “Uccidi gli sbirri” e “Secondino assassino”.

I filmati che hanno ripreso l’ondata di violenza

Presentando l’operazione Ipogeo (via dove i manifestanti violenti hanno iniziato a camuffarsi), il procuratore della Repubblica di Catania, Francesco Curcio, ha parlato del ruolo determinante dei filmati nella ricostruzione dei fatti: “Prima di parlare darei spazio alle immagini, spiegano ogni perché. Attraverso un lavoro certosino siamo riusciti a documentare i momenti del camuffamento e a confrontare il prima e il dopo, individuando elementi utili all’identificazione certa”. Curcio ha parlato di violenza premeditata e sottolineato la differenza con il diritto alla manifestazione pacifica: “Qui non si tratta di libera manifestazione del pensiero o di democrazia. Si tratta di persone che vengono per saccheggiare la città, aggredire forze dell’ordine e cittadini. L’obiettivo è stato solo uno: attaccare i rappresentanti dello Stato, che sono lavoratori con diritto al rispetto e alla dignità”.

Operazione Ipogeo a Catania: fuoco, violenza e scontri con la polizia. Scattano gli arresti – VIDEO
La conferenza stampa sul blitz Ipogeo a Catania

Le indagini e le misure cautelari

L’operazione ha comportato due misure cautelari in carcere e tredici perquisizioni domiciliari. Gli investigatori hanno inoltre riscontrato arrivi di materiale da fuori regione: “Armi improprie destinate a devastare il centro città e ad agire contro le forze dell’ordine”, ha spiegato il procuratore, ricordando che alcuni degli indagati erano già stati arrestati per episodi analoghi avvenuti a Messina.

Il Questore di Catania, Giuseppe Bellassai, ha espresso gratitudine alla Procura per l’attività svolta: “Una cosa è la libertà di manifestare, che ha caratterizzato la gran parte dei partecipanti; cosa diversa è essere presenti solo per esprimere violenza. Ci sentiamo più sicuri conoscendo l’esito di questa indagine”.

Durante il corteo, come visibile dalle immagini acquisite dalla procura, anche un cartello scritto in spagnolo. Insieme a Italia e Grecia, la penisola iberica è la più attiva nelle manifestazioni anarchiche e fa rete, come ha dimostrato l’operazione Ipogeo, anche in Sicilia.

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