Home » Operazione “Minecraft” a Catania tra mafia, spaccio e porto abusivo di armi: 5 condanne | I NOMI

Operazione “Minecraft” a Catania tra mafia, spaccio e porto abusivo di armi: 5 condanne | I NOMI

Operazione “Minecraft” a Catania tra mafia, spaccio e porto abusivo di armi: 5 condanne | I NOMI
Operazione Minecraft

Nelle scorse ore, dalla Questura etnea sono partiti gli ordini di carcerazione nei confronti di cinque degli indagati: ecco chi sono

Ad inizio 2021 la Squadra Mobile di Catania – assieme al Servizio Centrale Operativo – realizzò l’operazione “Minecraft”. Un blitz che portò in carcere una dozzina di persone ritenute vicine ai Cappello-Bonaccorsi. Le accuse erano a vario titolo di “associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione abusiva di armi, con l’aggravante di aver commesso i fatti al fine di agevolare l’operatività dell’organizzazione di stampo mafioso”. Nelle scorse ore, dalla Questura etnea sono partiti gli ordini di carcerazione nei confronti di cinque degli indagati. Un provvedimento che arriva in esecuzione a quanto disposto dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catania.

I nomi degli arrestati

In manette sono finiti, Emilio Cangemi, 50 anni; Giuseppe Spartano, 36; Giuseppe Di Stefano, 38; Giuseppe La Rocca, 30; Giovanni Santoro, 42. Nello specifico, sono stati condannati a pene residue che variano tra gli otto e i dodici anni di reclusione. Nell’operazione vennero arrestati in flagranza perché detenevano numerose armi e diversi quantitativi di stupefacenti per conto del gruppo criminale d’appartenenza. 

L’operazione “Minecraft”

Durante le perquisizioni, eseguite nei villaggi balneari di Campo di Mare e Ippocampo di Mare, all’epoca roccaforti della compagine criminale, venne rinvenuto, infatti, un vero e proprio arsenale composto da fucili d’assalto e di precisione, pistole, innumerevoli munizioni e giubbotti antiproiettile. L’operazione permise, inoltre, di sequestrare oltre 22 chilogrammi di marijuana essiccata e oltre 70 piante, unitamente a tutta l’attrezzatura necessaria alla coltivazione e al confezionamento, nonché, complessivamente la somma di circa 250 mila euro, ritenuta compendio delle attività criminali.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI