Caltanissetta

NOMI e VIDEO | Dal pizzo al tentato omicidio, chi sono gli arrestati dell’operazione Mondo Opposto

Nelle prime ore di oggi è scattata a Caltanissetta e in altre località l’operazione “Mondo Opposto”. I carabinieri del comando provinciale nisseno hanno eseguito 29 misure cautelari (25 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e una sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio svolto).

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, favoreggiamento personale, violenza privata, minaccia e minaccia a pubblico ufficiale, illecita concorrenza con minaccia e violenza, incendio, porto e detenzione di armi e munizionamento, ricettazione e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale. Si ricorda che per gli indagati, prima della sentenza definitiva da parte delle autorità giudiziarie competenti, sussiste il principio d’innocenza.

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Operazione Mondo Opposto, chi sono gli arrestati

Di seguito i destinatari delle misure cautelari:

  • Andrea Abaco, di Niscemi (CL), classe 1996;
  • Francesco Amato, di Vittoria (RG) ma residente a Niscemi, classe 1970;
  • Giuseppe Auteri, di Caltagirone e residente a Palagonia (CT), classe 1981;
  • Emanuele Burgio, di Gela (CL), classe 1972;
  • Luigi Cannizzaro, di Gela, classe 1988;
  • Francesco Cantaro, di Comiso (RG), classe 1976;
  • Giuseppe Carbone, di Caltagirone ma residente a Niscemi, classe 1979;
  • Francesco Cona, nato a Niscemi, classe 1997;
  • Davide Cusa, di Niscemi, classe 1993;
  • Renè Salvatore Di Stefano, di Catania (CT), classe 1990;
  • Alessandro Fausciana, di Mazzarino (CL), classe 1978;
  • Gaetano Fausciana, di Mazzarino (CL), classe 1969;
  • Salvatore Fausciana, di Mazzarino (CL), classe 1999;
  • Gianni Ferranti, di Niscemi, classe 1959;
  • Giovanni Ferranti, di Vittoria ma residente a Niscemi, classe 1983;
  • Salvatore Giugno, di Niscemi, classe 1968;
  • Giuseppe Manduca, di Niscemi, classe 1966;
  • Alberto Musto, di Vittoria, classe 1986;
  • Sergio Musto, nato a Vittoria ma residente a Niscemi, classe 1988;
  • Francesco Piazza, nato a Niscemi e lì residente, classe 1964;
  • Antonino Pittalà, nato a Bronte e residente a Caltagirone (CT), classe 1991;
  • Carmelo Raniolo, di Gela (CL), classe 1974;
  • Paolo Rizzo, di Niscemi, classe 1954;
  • Francesco Alessio Carmelo Maria Torre, nato a Catania ma domiciliato a Niscemi, classe 1977;
  • Carlo Zanti, nato a Caltagirone e residente a Niscemi, classe 1954.

I dettagli del blitz contro Cosa nostra

L’operazione Mondo Opposto, avviata dai carabinieri nel 2020 e coordinata dalla locale Procura della Repubblica (DDA), ha consentito di individuare indizi per affermare l’esistenza e la piena operatività di Cosa nostra nel territorio di Niscemi, immortalando un contesto territoriale caratterizzato da uno spietato ricorso alla violenza e all’imposizione del pizzo a commercianti e imprenditori.

L’attività d’indagine avrebbe consentito di tracciare l’evoluzione strutturale e operativa della famiglia di Niscemi, identificarne i consociati e i ruoli da costoro ricoperti. Inoltre dalle indagini dell’operazione Mondo Opposto sarebbe emersa la disponibilità del gruppo criminale di armi, nonché la commissione di reati da parte di soggetti sottoposti a misure di prevenzione personale.

I reati contestati

Sussistono gravi indizi a carico degli indagati dell’operazione Mondo Opposto su:

  • l’operatività e lo stretto controllo sul territorio che avrebbe esercitato l’organizzazione criminale. In particolare, Alberto Musto sarebbe ritenuto il capo del mandamento di Gela.
  • la presunta esistenza di vincoli di solidarietà tra gli appartenenti alle famiglie, a favore dei quali gli indagati risulterebbero essersi attivati per il sostentamento dei sodali detenuti;
  • il tentativo di estorsione ai danni di un’attività commerciale del posto con il posizionamento di una bottiglia contenente liquido infiammabile con l’intento di impedire l’apertura dell’attività;
  • due estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori agricoli (uno dei quali sarebbe stato costretto a cedere i propri terreni attraverso una finta compravendita e l’altro sarebbe stato vessato per consentire il pascolo di animali nel proprio terreno);
  • numerose minacce a imprenditori, che in passato avevano denunciato alcuni componenti del sodalizio (nel corso delle indagini dell’operazione Mondo Opposto è stato scongiurato – nel mese di gennaio 2023 – un omicidio ai danni di uno di loro, che in passato aveva denunciato il tentativo di estorsione);
  • una rapina esclusivamente progettata, ai danni di soggetti residenti in Lombardia, presumibilmente collegati alla criminalità e dotati di armi, che avrebbe fruttato circa un milione di euro (come nel caso del tentato omicidio, i propositi sono stati abbandonati a seguito della pressione esercitata dalle forze dell’ordine, attraverso controlli e perquisizioni);
  • minacce dirette ad appartenenti delle forze di polizia compiute mediante il collocamento di una testa di maiale dinanzi al portone d’ingresso dell’abitazione o programmate mediante l’esecuzione di incendi d’auto e, a gennaio 2023, mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni.

Tra i soggetti colpiti dall’operazione Mondo Opposto figurano un poliziotto in pensione (agli arresti domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa) e un carabiniere in servizio (sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di un anno per il reato di favoreggiamento aggravato). L’operazione odierna è sintomatica di un ritorno della criminalità organizzata a una mentalità di almeno 30 anni fa (“chi denuncia deve essere punito”). Ma adesso lo Stato c’è e si impegna, mediante le forze di polizia, a contrastare tale fenomeno.