Il blitz ha svelato i meccanismi di un gruppo militare dedito allo spaccio di droga, in particolare marijuana e cocaina.
I carabinieri della compagnia di Messina Centro hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Procura, nei confronti di 9 persone, facendo scattare la cosiddetta “operazione Penelope“.
Degli indagati, 4 sono destinatari della custodia in carcere e 5 degli arresti domiciliari. Le accuse sono di “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti” e “detenzione e spaccio di stupefacenti”.
Operazione antidroga Penelope a Messina, le indagini
Le attività di indagine sono state svolte nell’arco temporale (dal novembre 2020 al settembre 2021) dai carabinieri – con il supporto di attività tecniche, servizi di osservazione e riscontri e coordinate dalla DDA di Messina – e hanno svelato l’esistenza di un sodalizio criminale, operante a Messina, in grado di gestire una efficiente rete di distribuzione di consistenti partite di marijuana e cocaina, provenienti da Catania e dalla Calabria.
L’indagine che ha portato all’operazione Penelope ha delineato gli assetti del gruppo criminale, individuandone promotori e organizzatori, gli incaricati alla detenzione e alla cessione della sostanza, nonché alla contabilità derivante dal relativo commercio.
Come operava il gruppo di spacciatori
In particolare, gli operatori hanno scoperto che la base del gruppo di pusher era nell’appartamento di un indagato, sottoposto agli arresti domiciliari per reati specifici in località Ritiro a Messina. L’abitazione era il luogo privilegiato di programmazione delle strategie consortili, anche in momenti di fibrillazione dovuti all’arresto degli associati, e punto di stoccaggio e nascondiglio per la droga.
Le donne e gli accertamenti
Le indagini per l’operazione Penelope hanno messo in luce il ruolo attivo della componente femminile della compagine, che sarebbe stata deputata, in particolare, al supporto logistico nella fase del reperimento e del trasporto della droga e al mantenimento economico degli accoliti. Singolare, tra l’altro, il gergo utilizzato per lo smercio delle dosi di droga, indicate come “profumo“.
I carabinieri nel corso delle indagini avevano già arrestato 6 persone e sequestrato complessivamente circa 8 kg di droga, tra cocaina e marijuana.
Si ricorda, naturalmente, che per gli indagati sussiste il principio di innocenza fino a sentenza definitiva.
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