Nuova operazione antimafia a Palermo: diverse le accuse a carico degli indagati. Ecco chi sono gli arrestati.
Questa mattina la Polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, ha eseguito l’operazione Resurrezione, assestando un duro colpo alla mafia: sono in totale 18 gli arrestati (16 in carcere e due ai domiciliari).
L’indagine ha permesso agli investigatori di definire l’organigramma della famiglia mafiosa di Resuttana e di assestare un nuovo duro colpo a Cosa nostra. Gli indagati sono ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, concorso in associazione di stampo mafioso, detenzione di arma comune da sparo.
Operazione Resurrezione, i nomi degli arrestati
Sono scattate le manette per Agostino Affatigato, Benedetto Alerio, Salvatore Castiglione, Settimo Giuseppe D’arpa, Federico Girolamo, Giuseppe Di Maria, Salvatore Genova, Carlo Giannusa, Sergio Giannusa, Francesco Leone, Giuseppe Mesia, Michelangelo Messina, Mario Muratore, Mario Napoli, Giovanni Quartararo e Michele Siragusa. Per Sergio Tripodo e Francesco Balsamelli è stata disposta la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.
Il gip Pilato ha inoltre disposto – nell’ambito dell’operazione Resurrezione – il sequestro preventivo delle società della ALMOST FOOD s.r.l.s. e della GBL FOOD s.r.l.s., compresi quote sociali, relativi esercizi commerciali, beni aziendali e somme di denaro o titoli a dette società riconducibili, e ha nominato amministratore giudiziario il dottor Umberto Consiglio.
Le accuse
Gli indagati dell’operazione Resurrezione sono accusati, a vario titolo, di avere fatto parte dell’associazione mafiosa Cosa nostra, promuovendone, organizzandone e dirigendone le relative illecite attività, e, dunque, avvalendosi, insieme, della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva, per commettere delitti, per acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri.
L’attività degli indagati era finalizzata a impedire e ostacolare il libero esercizio del voto, nonché procurare voti a sé e ad altri in occasione di consultazioni elettorali. In particolare, Salvatore Genova è accusato di avere diretto e organizzato il mandamento mafioso di Resuttana, assumendone la reggenza, e Sergio Giannuso per avere diretto e organizzato la famiglia mafiosa di Resuttana, ricompresa nell’omonimo mandamento mafioso, assumendone la reggenza. Mario Napoli e Francesco Leone, inoltre, sono stati accusati di avere detenuto illegalmente più armi comuni da sparo al fine di agevolare l’attività di Cosa nostra.