Il cuore della rinascita del nostro Paese ha un pilastro fondamentale negli investimenti in infrastrutture e attività produttive, che creano sviluppo, occupazione, fanno aumentare il Pil e generano ricchezza imponibile.
Il neo ministro del Mit (ora denominato Mims), Enrico Giovannini, ospite del nostro Forum pubblicato l’8 maggio del 2010, ha espresso una linea guida incontrovertibile: le opere pubbliche devono (e non possono) essere realizzate secondo un cronoprogramma che sarà pubblicato online per controllarne i lavori e la durata, in modo che siano rispettati l’inizio e la fine, con la consegna dei manufatti ai cittadini.
La questione è di metodo e non di merito, cioé di quell’insieme di regole che deve (e non può) essere osservato da chi ha la responsabilità della realizzazione delle opere pubbliche.
Ed è qui che casca l’asino, perché veri responsabili dei risultati in Italia non ce ne sono, in quanto il mancato raggiungimento di quest’ultimi non comporta sanzioni personali.
Qualche giorno fa, il primo ministro, Mario Draghi, ha firmato un Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) con cui ha nominato i commissari per cinquantasette opere e centocinquanta lotti. La figura del commissario dovrebbe essere quella di un manager capace di organizzare al meglio le risorse umane e finanziarie, per ottenere il miglior risultato nei tempi previsti, non oltre.
Il guaio è che nella maggior parte dei casi i commissari non hanno le competenze adeguate, come si evince dai loro curricula. Sono spesso ex trombati, ex parlamentari, ex di qualcosa che ricevono l’incarico più per ottonere un emolumento che per realizzare le opere nei tempi previsti.
Ci dobbiamo augurare che i commissari nominati da Draghi non rientrino in questa categoria, ma siano piuttosto manager, come prima si scriveva, capaci e competenti.
È notizia di questi giorni che a Parigi sono in corso i lavori per costruire 200 km (200 km!) di metropolitana automatica, con una scadenza perentoria entro il 2030. Il progetto Grand Prix Express iniziato nel 2015, ha già mosso i primi passi. Esso collegherà la metropolitana parigina, nata ai primi del Novecento, con la Rer (Réseau express régional).
La costruzione di tale rete metropolitana, che trasporterà due milioni di passeggeri al giorno con un treno automatico ogni due/tre minuti, è stata affidata all’impresa italiana Webuild, che aveva già realizzato due linee della metropolitana parigina.
L’impresa italiana è in joint venture con Nouvelle génération d’entrepreneurs, un’impresa francese, ed anche con la friulana Simeon.
Non comprendiamo perché ancora Roma, Milano o Napoli non abbiano messo in cantiere una metropolitana automatica. è noto come i mezzi di trasporto siano anche mezzi di sviluppo. Senza reti autostradali, ferroviarie e navali, un Paese come il nostro, con ottomila chilometri di coste, resta inchiodato.
Poi, però, vediamo con disappunto che lo Stato diventa produttore di acciaio entrando nell’ex Ilva e non è capace di far decollare la nuova Alitalia. Sembrano paradossi, ma non è altro che la fotografia della realtà.
Altra fotografia riguarda la Pubblica amministrazione, la cui disorganizzazione influenza negativamente i processi e l’attività del Fisco.
Come è noto, l’Agenzia delle Entrate ha incorporato la riscossione. Ma questo non sembra averne migliorato la qualità, perché pare vi siano mille miliardi di crediti non riscossi ai diversi livelli centrali e periferici.
La riscossione è un’attività difficile ed è in condizioni pietose, forse per questo è avvenuta l’incorporazione dalla società di riscossione nazionale.
Il neo ministro della Pa, Renato Brunetta (arrieccolo) pare che questa volta sia deciso a intervenire col bisturi sulla malformazione della Pubblica amministrazione. Staremo a vedere se avrà la forza di imporre i totem con le tre faccette (rossa, gialla e verde) in modo che i cittadini possano esprimere la loro opinione sulla qualità dei servizi pubblici.
Aspettiamo, soprattutto, di vedere se sarà capace di inserire nei contratti di lavoro e nel nuovo modello organizzativo i valori di merito, responsabilità, produttività ed efficienza.
