Giuseppe Conte ha scelto di mettersi avanti con il lavoro, presenziando a Palermo al sit-in del fronte progressista siciliano contro il governo di centrodestra guidato da Renato Schifani, nel giorno in cui si sono aperte le urne in tre regioni imponendo su quel fronte il silenzio elettorale. Silenzio elettorale non rispettato dal centrodestra in Campania con attacchi al candidato Roberto Fico ma al quale Conte non intende rispondere.
A Palermo invece ci sono centinaia di persone alla Cala, con alle spalle il murale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il sit-in è il proseguimento dell’azione politica della coalizione composta da Movimento 5 stelle, Partito Democratico, Controcorrente, Avs e PeR, contro il governo regionale ormai inquadrato come governo del metodo Cuffaro.
Chi c’è e chi no
Fatta la tara di addetti ai lavori, il risultato in piazza non è stato di grande folla siciliana accorsa alla manifestazione contro il governo regionale. Perfino il Partito Democratico era rappresentato quasi unicamente dalla vicesegretaria regionale Valentina Chinnici. Per Italia Viva si è visto Davide Faraone, ma solo perché casualmente in transito per la passeggiata domenicale in bicicletta ed andato via prima di inizio manifestazione.
Ma in atto c’è comunque una mozione di sfiducia a Renato Schifani pronta per l’Assemblea regionale siciliana ed un serrare i ranghi per sfidare il centrodestra alle prossime elezioni. A rinvigorire la reazione dell’opposizione ci sono le inchieste giudiziarie che hanno colpito parte della coalizione di governo.
Conte conta gli indagati in Sicilia e invoca Borsellino
Ci sono Giuseppe Antoci, Nuccio Di Paola, Antonio De Luca, tutto l’entourage cinque stelle, Valentina Chinnici, Ismaele La Vardera, Miguel Donegani, Leoluca Orlando, Fabio Giambrone, sostenitori vari, passanti incuriositi.
A tenere banco è lo stato di ombre sulla trasparenza del governo della Regione Siciliana, ed il presidente del Movimento 5 Stelle, già premier Giuseppe Conte, prende la parola facendo un breve elenco degli indagati tra governo della Regione ed Assemblea regionale. Ma non prima di aver strappato un sorriso chiedendo ai presenti se avevano una mezz’ora di tempo per sentire l’intero elenco. L’attacco del leader nazionale del Movimento 5 Stelle mira però in alto, a pari rango, puntando il dito contro Giorgia Meloni che ha più volte detto di aver deciso di scendere in campo dopo la strage in cui perse la vita Paolo Borsellino.
“Il murale ce lo abbiamo li – dice Giuseppe Conte indicando l’effige di Falcone e Borsellino e chiamando in causa Giorgia Meloni – e di fronte a tutto questo, a questo sistema, non ha nulla da dire? È questo l’esempio di Borsellino, l’insegnamento di Borsellino che loro ne hanno tratto? Ed è questa l’indifferenza con la quale reagiscono a questo sistema corrotto, marcio?”.
“Mandiamoli a casa, basta”, parole pesanti dalla coalizione anti destra di governo
La deputata Pd all’Ars Valentina Chinnici torna sul premio regionale per l’ambiente assegnato a Renato Schifani, Gaetano Galvagno e Ignazio La Russa, affermando che “si autopremiano” e che anche il fronte progressista li vuol premiare: “Mandiamoli a casa, basta”. Lo urla da dietro lo striscione che stringe tutti i presenti e da dietro il quale non mancano parole poco diplomatiche verso il governo della Regione e la maggioranza che lo sostiene.
“Non è ammissibile che in un salotto privato si incontrino funzionari, dirigenti, imprese appaltatrici per stabilire insieme il modo col quale rubare denaro al popolo siciliano”, afferma Leoluca Orlando. Antonio De Luca, capogruppo all’Ars dei Cinque stelle si chiede, a favor di platea, cosa si aspettasse “il presidente Schifani che si è dichiarato sorpreso e costernato dall’indagine che ha coinvolto la Democrazia Cristiana e il suo presidente Totò Cuffaro”.
De Luca affonda poi di fioretto: “La domanda che ci siamo posti noi è di cosa si sia sorpreso il presidente Schifani, che cosa si aspettasse da quest’uomo e dal suo partito politico, che cambiasse forse il modo in cui negli anni ha creato il suo consenso?”.
La Vardera rimarca l’alternativa
“Voglio rivolgermi a quel centrodestra che pensa che non esista una alternativa al governo dei peggiori”, dice Ismaele La Vardera prendendo il microfono alla manifestazione. “Vedete, oggi qui, noi lanciamo un messaggio chiaro: l’alternativa è possibile, è presente e ce l’avete davanti. Abbiamo l’obbligo di stare uniti – arringa La Vardera – per mandare a casa uno dei governi peggiori della storia di questa Regione Siciliana”.
A margine del sit-in, il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Nuccio Di Paola ha poi aggiunto qualche altra parola agli interventi che si sono succeduti nel corso della mattinata: “Schifani stia sereno e pensi ad autoassegnarsi premi, visto che nessuno si sognerebbe di farlo di propria iniziativa, la mozione di sfiducia la presenteremo martedì all’Ars. Anzi lui faccia di tutto perché quel che resta dei partiti che lo sostengono si adoperino per farla calendarizzare prima della Finanziaria”.
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