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“Ora la politica riconquisti credibilità” ma la crisi ha radici ben più profonde

“Ora la politica riconquisti credibilità” ma la crisi ha radici ben più profonde
Italian Premier Giuseppe Conte addresses the Senate as Deputy-Premier Matteo Salvini kisses a rosary while sitting beside him, in Rome, Tuesday, Aug. 20, 2019. The political showdown on Tuesday was triggered two weeks ago by hard-line Interior Minister Matteo Salvini, known across Europe for his tough stance against migrants, when he pulled the plug on the shaky populist coalition forged only 14 months earlier between his right-wing League and the anti-establishment 5-Star Movement. (ANSA/AP Photo/Gregorio Borgia) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]

Uno sguardo alla Sicilia: solo l’1,73% dei contribuenti ha destinato ai partiti il 2xmille. La progressiva perdita di consensi condizionerà equilibri ed alleanze

“La politica deve riconquistare la sua credibilità”, un auspicio che gira a vuoto già da un po’. In effetti, non ci sembra che gli sforzi compiuti vadano nella direzione giusta. E a dirla tutta, la crisi dei partiti ha radici molto più profonde. Basti pensare che nel 2021 solo l’1,73% dei contribuenti siciliani ha destinato il 2 per mille ai partiti (cioè 49.620 su 2.865.575 contribuenti nel 2021, 45.469 nel 2020, 44.460 nel 2019, secondo i dati del ministero Economia e Finanze).

Ma torniamo al “disastro” Quirinale: i numeri della rilevazione condotta da Alessandra Ghisleri per “La Stampa” testimoniamo che a eccezione di Matteo Renzi (+4.2%) e Giorgia Meloni (+2.7%), tanti leader politici escono malconci dall’elezione del presidente della Repubblica.

Nell’indice di fiducia rilevato dalla Euromedia Research, giù Matteo Salvini (-5.3%) e Giuseppe Conte (-5.2%) che perdono in un mese circa il 5. Nel confronto con il dicembre 2021 vanno un po’ meno peggio Enrico Letta (-1.5%) e Luigi Di Maio (-1.1%), mentre il ‘ritiro in corsa’, costa a Silvio Berlusconi il 2.1% delle preferenze.
Le otto votazioni necessarie per nominare Mattarella, costano caro anche a Mario Draghi che, pur rimanendo in testa alla classifica rispetto a dicembre 2021, perde il 3.7% e il suo governo il 3.5%.

Ma nel complesso tutta la politica a perdere di credibilità e di consensi: il 70.4% del campione intervistato dichiara partiti e leader escono sconfitti da questa vicenda; il Il 32.3% si è sentito preso in giro, mentre il 21% ha avuto la percezione di assistere ad una ‘sceneggiata’.

Fdi passa all’incasso e guadagna il 2.2% arrivando al 21.1% e diventa il primo partito a scapito della Lega di Salvini che perde l’1.8% registrando il 16.7% dei consensi. Nel centro destra anche Forza Italia (7.4%) paga lo scotto lasciando quasi un punto percentuale nel campo del non voto. Anche nell’area del centro sinistra il Pd di Enrico Letta perde lo 0.8% attestandosi al 20.8%. Non meglio il M5s che nella confusione generale riesce a mantenere il 14.2% perdendo solo lo 0.2%.

Uno scenario, quello descritto dal sondaggio, che lascia il tempo che trova perché inevitabilmente soggetto a mutamenti che potrebbero finire per condizionare in Sicilia perfino gli esiti delle elezioni regionali attese per la f ine del 2022.
E in effetti la Sicilia non è immune dal rischio di un effetto tsunami che potrebbe finire con l’inasprimento dei conflitti (vedi il centrodestra), con pesanti scossoni alle alleanze (vedi l’asse Pd-M5s) o con la rottura di equilibri già instabili e precari.