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Ordinanza migranti, teatrini politici e accuse reciproche

Ordinanza migranti, teatrini politici e accuse reciproche

Musumeci attacca la magistrato che ha sospeso il suo provvedimento: “Consulente di Zingaretti”. L’Anma, “Anche del leghista Calderoli”. L’ironia di Barbagallo, il Governatore “pensa di giocare a Risiko”. Le vere cifre degli sbarchi

“Il Governo ha impugnato la nostra ordinanza, lo ha fatto al Tar con un magistrato” che “qualcuno dice, ma è una malalingua, è stato consulente del presidente Zingaretti che è il capo del partito più importante al Governo“.

La dichiarazione, contenuta in un video del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, diffuso da tv locali, ha rinfocolato le accuse reciproche degli esponenti politici sulla controversa ordinanza su migranti – da molti definita “farlocca” – annunciata sabato scorso dal Governatore e firmata il giorno dopo con cui disponeva la chiusura di tutti gli hotspot siciliani.

Due giorni fa il Tar, cui il Governo nazionale si era rivolto impugnando il provvedimento di Musumeci, ha sospeso l’ordinanza e ieri sera il Governatore ha attaccato frontalmente la presidente Maria Cristina Quiligotti, con toni che Fabio Mattei, presidente Anma, ha definito “inaccettabili”.

Mattei ha ricordato tra l’altro che la magistrato ” è una servitrice dello Stato, ed è stata in passato consulente giuridica e tecnica in modo trasversale, anche del ministro della Lega Nord Roberto Calderoli, come spesso succede ai magistrati che offrono la loro ‘scienza e conoscenza’ per il buon funzionamento della pubblica amministrazione”.

Romano si scusa a nome centrodestra

Un boomerang, insomma. Tanto che l’ex ministro Saverio Romano, leader di Cantiere popolare, sulla propria pagina Facebook si è scusato (anche a nome “di gran parte di elettori, militanti e dirigenti del centrodestra”) con Maria Cristina Quiligotti, “per le accuse e gli insulti che ha ricevuto da questa parte politica”.

“Il rispetto della magistratura e delle sue decisioni – ha scritto Romano, con il quale Musumeci, prima di sposare la linea salviniana, si proponeva di costituire un polo moderato – è un’architrave dello Stato di diritto, ed è anche un punto di riferimento per coloro che, impegnati in politica, hanno forte il senso delle istituzioni. La politica tornerà a essere autorevole quando darà fiducia e avrà fiducia per i comportamenti e per gli esempi, che sono molto più importanti di mille parole”.

Musumeci, Salvini e l’ordinanza

Nonostante ciò, come se nulla fosse avvenuto, il Governatore ha dichiarato oggi che a Lampedusa “arriverà la nostra task force per verificare le condizioni sanitarie dell’hotspot e saranno adottati gli eventuali provvedimenti conseguenti”. Che dovrebbero essere adottati dai prefetti, i quali però, ieri, attraverso i propri sindacati, hanno sottolineato che non dipendono dai presidenti di Regioni.

Il problema sarebbe, a sentire il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo,
che Musumeci, “a forza di frequentare Salvini ne sta prendendo tutte le peggiori abitudini”.

Di certo i toni di Musumeci, che incarnava l’immagine dell’uomo di destra moderato e in doppiopetto, sono mutati, avvicinandosi a quelli parareligiosi del capo della Lega Nord.

Ieri, nel propugnare la sua “battaglia di civiltà a difesa della salute di chi si trova in Sicilia”, il Governatore ha denunciato “i commenti di chi fa il ruffiano del potere” e ha accusato, “i buonisti, i preti spretati, i cosiddetti volontari che si battono i pugni sul petto”, dichiarando che “la macchina infernale del potere si è messa in moto”.

Faraone, spiace l’involuzione di Musumeci

“Ho sempre considerato Nello Musumeci – ha commentato il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone – una persona lontana anni luce da me, culturalmente e politicamente, ma persona rispettabile e seria, un vero uomo delle Istituzioni. Oggi assisto a una sua involuzione che sinceramente mi dispiace. Prima l’ordinanza palesemente illegittima, poi la definizione di ‘macchina infernale del potere’ del ministro dell’Interno, infine l’attacco alla magistratura per la decisione del Tar. Mi dispiace, sinceramente”.

L’ironia della sinistra sul Governatore

Ciò ha consentito al segretario regionale dem Anthony Barbagallo di sottolineare: “La sindrome dell’accerchiamento è l’anticamera per dichiarare l’invasione della Kamchatka? Qualcuno avverta Musumeci che non sta giocando a Risiko e che sul suo tavolo ci sono questioni, più urgenti e importanti per la Sicilia e i siciliani, che non difendere ordinanze bislacche e astruse in salsa leghista”.

Sulla stessa linea Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd: “Musumeci non è capace di governare e si occupa solo di fumogeni: adesso si è inventato il giudice-comunista per giustificare il suo fallimento. Ora basta! Spieghi piuttosto ai siciliani perché non dà attuazione agli aiuti approvati ai primi di maggio, dal momento che ancora nemmeno si sa quando saranno erogati”.

E il presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava (Cento Passi) ha aggiunto: “Musumeci si è convinto che l’unica risposta al virus sia prendersela con i migranti, con il governo, con il Viminale e adesso anche con il Tar… ‘Molti nemici molto onore’, diceva Benito. Ma lui parlava di guerra, di inglesi e americani, non del covid-19”.

Per Carmelo Miceli deputato dem e responsabile nazionale Sicurezza del Pd, sottolinea che la Regione Siciliana ha, “in questo momento, dei funzionari legislativi talmente scarsi da non rendersi conto di avere emesso un provvedimento che tecnicamente non ha capo né coda e il fatto che Musumeci non sia in grado di notarlo è la testimonianza della sua inadeguatezza a ricoprire il ruolo”.

Il sostegno al Presidente della Regione

A favore di Musumeci, invece, si è espresso, oltre ai leghisti Matteo Salvini e Roberto Calderoli, anche l’europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, che parlando a Ventimiglia ha detto: “Il governo sta facendo la guerra a Musumeci, senza però mettere lo stesso impegno nel fronteggiare i flussi che sono in costante crescita, colpa di una deriva ideologica di sinistra che impedisce di affrontare problema alla radice”. E, afferma, “Se non si trovano accordi con Libia e Tunisia, i migranti continueranno a sbarcare”.

E si torna dunque al nodo della questione: gli accordi internazionali.

Di nuovo numerosi sbarchi a Lampedusa

Mentre è già on line il bando del Viminale per nuove navi-quarantena, con il bel tempo, intanto, da ieri si sono moltiplicati a Lampedusa gli “sbarchi autonomi” con centinaia di tunisini.

Tanto che l’hotspot, svuotato nei giorni scorsi dalle navi Azzurra e Aurelia, è nuovamente in condizioni critiche.

E, sotto questo profilo, non si può non considerare valido e reale l’allarme lanciato da Musumeci con l’ordinanza. Ma non si può risolvere tutto semplicemente dicendo “non nel mio giardino”.

Vero è, come afferma il Viminale, che in agosto, “grazie all’attività di contrasto alle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti”, gli sbarchi tunisini si sono dimezzati rispetto a luglio – da 4.226 a 1.976 –, vero è che sono ripresi i rimpatri con 261 persone riportate in Tunisia dal primo al 27 agosto. Vero anche che, a partire da giugno scorso, sono stati trasferiti dalla Sicilia 4.086 migranti, vero che per “maggiori esigenze di vigilanza dei centri per migranti“, in Sicilia sono stati inviati in agosto altri quattrocento militari e che quelli impiegati nell’Isola sono ormai mille.

Ma occorre fare in modo – anche a garanzia degli stessi migranti come sostenuto dal Governatore -, di evitare altri problemi a Lampedusa.

Martello al presidente tunisino, vengo in barca

E il sindaco dell’Isola, Totò Martello, ha inviato una lettera al presidente Tunisino Kasis Saied per chiedergli un incontro sui migranti come “municipalità di frontiera”: “sono pronto a mettermi a bordo della mia barca e raggiungere direttamente Tunisi da Lampedusa”.

“Apprezzo gli sforzi del ministro Lamorgese – ha spiegato Martello -, purtroppo non accompagnati da un pari impegno da parte del premier Conte, ma non posso continuare ad assistere ai continui sbarchi che stanno mettendo in ginocchio Lampedusa”.

Le vere cifre degli sbarchi

Al teatrino della politica corrisponde poi, in questa vicenda, il cosiddetto balletto delle cifre.

Ieri Musumeci è tornato a ribadire che i circa diciottomila sbarchi di quest’anno superano di gran lunga i cinquemila dell’anno scorso, attribuiti alle politiche salviniane.

Ma i risultati si dovevano invece delle politiche internazionali del Governo Gentiloni e non certo ai “porti chiusi”, una evidente bufala in un Paese con 3.600 chilometri di coste, tanto che il sindaco Martello, definì il capo della Lega Nord “mentitore seriale”.

In particolare i risultati vennero dall’accordo stretto dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti con la Libia: dal primo luglio 2016 al 29 maggio 2017 erano sbarcati in Italia ben 171.442 migranti.

E ancora ieri l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha riferito che “oltre 230 migranti sono stati riportati in Libia nelle ultime 24 ore dalla Guardia costiera” nord africana.

Da centosettantamila migranti a cinquemila

Dopo gli accordi la riduzione degli arrivi fu del 71% e dal primo luglio 2017 al 29 maggio 2018 furono registrati “appena” 48.918 sbarchi.

E, l’anno dopo, scesero alla cifra di poco meno di cinquemila persone, che ora Salvini e la destra sbandierano come se fosse una loro vittoria.

La soluzione negli accordi internazionali

Adesso Fidanza, mentre la sua leader Giorgia Meloni continua a parlare di impossibili blocchi navali, sposa la tesi degli accordi internazionali – recente, ma evidentemente non ancora risolutivo è stato il viaggio in Tunisia della ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e di quello degli esteri Luigi Di Maio – che ragionevolmente appare l’unica praticabile.

Ma occorrerebbe lavorare tutti insieme alla soluzione, piuttosto che creare scontri istituzionali.

Bansky finanzia una nave ong

Il problema, comunque, è decisamente di portata internazionale. E lo dimostra anche la notizia che lo street artist Banksy ha finanziato una nuova nave per soccorrere i migranti nel Mediterraneo.

L’imbarcazione è già nell’area e ha salvato 89 persone.

La nave, che prende il nome dall’anarchico francese del XIX secolo “Louise Michel” ed è decorata con graffiti dell’artista britannico, è partita il 18 agosto scorso da Borriana, vicino Valencia.