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“Organo esautorato”: è polemica per l’Ente Parco delle Madonie

redazione

“Organo esautorato”: è polemica per l’Ente Parco delle Madonie

Gioacchino D’Amico  |
mercoledì 26 Giugno 2024

Il gruppo Pd all’Ars chiede la rimozione del commissario straordinario dell’Ente parco, già attaccato nei giorni scorsi da tre Comuni dell’area. La replica di Caltagirone: “Sempre pronti al confronto”

PALERMO – Una misura drastica ma, se dovesse rivelarsi necessaria, da non escludere, quella che comporterebbe la rimozione del commissario straordinario dell’Ente Parco delle Madonie, Salvatore Caltagirone. Questo è quanto emerge dall’interrogazione presentata all’Ars dal gruppo parlamentare Pd, sottoscritta anche da Luigi Sunseri (M5S) e Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord).

I firmatari sollecitano l’intervento del presidente della Regione, Renato Schifani per ripristinare la “partecipazione democratica e la corretta gestione del Geoparco Madonie”, visto che il commissario avrebbe esautorato il Consiglio del Parco, favorendo invece incontri informali e decisioni unilaterali.

L’iniziativa riprende i recenti tumulti all’interno dell’Ente Parco, scosso dal malcontento di alcuni Comuni che hanno lamentato, appunto, come il Consiglio venga ormai del tutto trascurato. La questione ha un respiro più ampio, e riguarda le procedure fin qui adottate per far fronte a un tema tutt’altro che irrilevante: quello, cioè, della conservazione del titolo di Geopark Unesco. Un obiettivo non così scontato, visto che, durante l’ultima rivalidazione, è stato emesso un “cartellino giallo” per il Parco, valutazione che impegna a superare certe carenze, pena la decadenza dallo status.

A sollevare la polemica sono stati in tre: Gaetano Bellavia, assessore del Comune di Polizzi Generosa con delega al Consiglio dell’Ente Parco delle Madonie, Franco Calderaro, sindaco di Castellana Sicula, e Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana. Nel mirino, la gestione da parte del commissario Salvatore Caltagirone, che si ritiene troppo autonoma e che provocherebbe, come ripreso all’Ars, un “esautoramento” del Consiglio del Parco.

Gli amministratori in questione, con una nota trasmessa (tra gli altri) al presidente della Regione, all’assessore regionale al Territorio e agli esponenti dell’Unesco, attaccano senza esclusione di colpi, denunciando una vicenda che definiscono “incresciosa” e che riguarda la mancata convocazione – che si protrae da quasi un anno – del Consiglio del Parco, privato così della possibilità di collaborare alle politiche del Geopark Unesco.

“Le reiterate richieste di convocazione del Consiglio – si legge nella nota – avanzate al Commissario e rimaste tutte inevase, costituiscono una grave violazione del diritto dei Sindaci a convocare l’Organismo”. Vengono poi criticate, come fatto dai parlamentari regionali, le riunioni “informali” alle quali si riconoscerebbe troppo peso.

Il riferimento è in particolare all’assemblea dello scorso 19 giungo convocata dall’Ente Parco delle Madonie e dal Gal con lo scopo di fissare le tappe per il completamento della mappa dei geositi nei ventidue comuni di riferimento, con l’obiettivo di mantenere il marchio Unesco. Nella nota di Bellavia, Calderaro e Macaluso si legge che non ci si rivolge al Consiglio “ma si svolge una riunione informale a questa conferendo tutti i poteri decisionali”.

Non si è fatta attendere troppo la replica del commissario straordinario Salvatore Caltagirone, che ha detto: “Senza alcuna polemica, come impone il mio ruolo, mi dispiace leggere della posizione assunta dai Comuni di Polizzi Generosa, Petralia Soprana e Castellana Sicula”.

Caltagirone ha ricordato come il perimetro istituzionale del Consiglio del Parco abbracci quindici Comuni, mentre ad afferire al Geopark sono in ventidue. “Ogni eventuale delibera in materia di Geopark – ha pertanto aggiunto Caltagirone – non avrebbe titolarità in quanto violerebbe il democratico principio di rappresentatività”.

Poi è tornato sull’assemblea del 19 giugno: “Sono stati convocati i ventidue Comuni che rientrano nel Geopark – ha concluso – spiace rilevare che solo tre Comuni su ventidue hanno comunicato la volontà di non partecipare. Sarebbe stato più utile prendere parte al tavolo di lavoro. Noi siamo sempre pronti a un serio e costruttivo confronto”.

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