Orlando: “Nel Mediterraneo le grandi sfide dell’Europa: la pace, la questione ambientale e quella sociale” - QdS

Orlando: “Nel Mediterraneo le grandi sfide dell’Europa: la pace, la questione ambientale e quella sociale”

Orlando: “Nel Mediterraneo le grandi sfide dell’Europa: la pace, la questione ambientale e quella sociale”

Roberto Greco  |
mercoledì 01 Maggio 2024

Intervista a Leoluca Orlando, in corsa per un posto a Bruxelles con Alleanza Verdi e Sinistra

Leoluca Orlando, già sindaco di Palermo, ha deciso di candidarsi alle prossime Elezioni europee, previste in Italia l’8 e 9 giugno prossimi, nelle liste di AVS (Alleanza Verdi e Sinistra). Il QdS l’ha intervistato per capire i perché della sua scelta.

Professore, a Palermo si direbbe “arriere”, ossia ancora una volta?
“Ebbene sì, ancora una volta. Sono rimasto me stesso, ci metto la faccia per un’impresa difficile ma possibile. È un modo per costruire il futuro, non per ricordare il passato. È un modo ma per evitare che l’esperienza passata che abbiamo vissuto a Palermo e che ‘La Rete’ ha vissuto in tutta Italia, finisca per essere abbandonata alla polvere del ricordo. Proprio nella realtà mediterranea ci sono le grandi sfide dell’Europa: la pace, la questione ambientale e quella sociale. Il Mediterraneo, di cui la Sicilia è al centro con la Sardegna, l’altra grande isola italiana, è solo l’1% dei mari del mondo ma, proprio dal mar Mediterraneo, passa il 20% del mercato mondiale e delle telecomunicazioni. Questo mar Mediterraneo è stato attraversato, negli ultimi 10 anni, soltanto da 1 milione di migranti e si sono registrate 28.000 morti, persone uccise dagli egoismi degli Stati come l’Italia e dagli egoismi dell’Europa. Si pensi che al confine tra gli Stati Uniti d’America e il Messico, ogni anno, transitano oltre 2 milioni di migranti e, solo nel confine, si registrano 500 morti all’anno, morti che si vedono perché abbandonati sul terreno. Nonostante questo in Italia si è creata la grande emergenza mentre dovrebbe essere una straordinaria stagione di crescita e di futuro. Il migrante che arriva in Italia, a me, ricorda quel siciliano che ha dovuto emigrare, quell’uomo che ha reso grande gli Stati Uniti, la Francia e la Germania. Mi ricorda l’italiano del dopo guerra, quello che usciva dal tunnel della violenza del conflitto e che fatto grande l’Italia con la ricostruzione, con la stessa forza vitale che hanno i migranti che arrivano in Italia che sono una risorsa positiva. Siamo un’unica razza, quella umana e chi fa differenza tra le razze prepara intolleranza, paura, prepara Dachau e Auschwitz. L’identità non dipende dal sangue dei nostri genitori, ma è l’atto supremo di libertà. Se lo capisse l’Europa si potrebbe dare seguito a quel pensiero illuminato che, dopo la seconda guerra mondiale, ebbe l’idea di eliminare le frontiere”.

Questa candidatura la vede staccarsi dal Partito democratico per approdare alle sponde di AVS…
“Il Partito democratico è esistito solo in due occasioni, entrambe avvenute prima della sua fondazione con Romano Prodi, nel 1996 e nel 2006 che ha fatto realtà politica, ossia storie diverse per un progetto politico comune. Oggi il Pd è un circolo di capi corrente, non attenti alla crescita del partito, quanto alle appartenenze piuttosto che alle capacità. AVS rappresenta un’alleanza di progetto, non di scopo, per essere un punto di riferimento anche per un Partito democratico diverso migliore e per un’alternativa a questa destra sovranista e intollerante. Siamo alla presenza di una destra che ha assorbito ed egemonizzato anche le forze c.d. di centro, che presenta il volto intollerante, che non posso accettare, di Salvini, Meloni e Orban che, in Europa, rischia di creare una pericolosa alleanza tra l’efficiente struttura burocratica di Bruxelles e la destra sovranista. Questa struttura, che è una delle forze dell’Europa, deve essere utilizzata con anima e una visione politica che non può essere quella proposta da questa destra. Dobbiamo evitare, come già successo in passato, che passi la logica che ‘se vuoi la pace prepara la guerra’ perché se si vuole la pace è proprio la pace che deve essere preparata. Inoltre non si può affidare la politica estera dell’Europa a un’organizzazione militare come la Nato che deve essere semplicemente uno strumento. In sintesi la pace è un argomento troppo serio per essere affidata ai generali”.

Professore, è il momento che si lavori per costruire la “Primavera dell’Europa”?
“Ha scoperto il mio gioco perché è proprio questo il mio senso di metterci la faccia. C’è un solo modo per vincere che è non avere paura di perdere. All’originale della destra sovranista è necessario contrapporre un originale alternativo ma non per fare opposizione, ma per farla oggi per governare domani”.

Veniamo ora al tema che potrebbe essere la nota dolente, la soglia di sbarramento…
“Penso che, proprio per le scelte fatte da AVS, la soglia di sbarramento possa essere superata. I candidati di questa lista portano in dote non solo la propria esperienza ma anche il riconoscimento degli errori in cui sono incappati. Possiamo essere figura di riferimento per, come sancisce la stessa Europa, abbattere le frontiere non solo tra gli Stati ma anche quelle tra i singoli cittadini, un’eguaglianza sociale che deve essere attenta agli ultimi, agli emarginati e il migrante africano come l’emigrato sono in continuità fra di loro”.

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