L’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione ha eseguito per la prima volta un intervento a beneficio di una donna affetta da nevralgia post-erpetica resistente ai farmaci
AGRIGENTO – È stato eseguito nei giorni scorsi per la prima volta nell’ospedale San Giovanni di Dio un delicato intervento di neurostimolazione sui gangli della radice spinale a vantaggio di una paziente affetta da nevralgia post-erpetica resistente a qualsiasi trattamento farmacologico.
Il particolare stimolatore gangliare, impiantato presso l’Unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione del nosocomio agrigentino, diretta da Gerlando Fiorica, rappresenta un catetere sottocutaneo invisibile collegato a un generatore di impulsi elettrici posizionato all’interno del midollo spinale proprio in corrispondenza del ganglio della radice spinale, area anatomica cui afferiscono le fibre nervose responsabili della trasmissione del dolore. Gli impulsi elettrici, modulabili in intensità dalla paziente semplicemente utilizzando un’app del proprio telefonino, interferiscono adesso con la trasmissione del “segnale” doloroso dando un effetto antalgico immediato e permettendo alla donna di riposare libera da sofferenze.
“Questa tecnica – si legge in un comunicato diffuso dall’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento – costituisce un’evoluzione dei classici stimolatori midollari in quanto risulta particolarmente efficace nel trattamento delle sindromi croniche del sistema nervoso periferico che interessano parti del corpo difficilmente raggiungibili, proprio come la neuropatia post-erpetica di cui è affetta la paziente. L’impianto è stato eseguito in sala operatoria, in anestesia locale e lieve sedazione, dall’equipe dell’Ambulatorio di terapia del dolore diretta dal dottor Salvatore Farruggia con la collaborazione di dottori Massimiliano di Miceli e Massimiliano Pinelli”.
Cos’è il virus varicella-zoster
Causa della persistente condizione dolorosa precedente all’intervento è il virus varicella-zoster, un herpes-virus responsabile della varicella durante l’infezione primaria e dello zoster nella riattivazione secondaria. La malattia colpisce prevalentemente i bambini. Dopo l’infezione primaria il virus si pone in latenza nelle cellule dei gangli della via dorsale. La riattivazione è responsabile dell’herpes zoster associato a eruzioni vescicolari cutanee e dolore urente lungo il dermatomero corrispondente. Con la guarigione delle manifestazioni cutanee, una percentuale variabile di soggetti, dal 10 al 70% dei casi con l’avanzare dell’età, riferisce persistenza o progressione del dolore o la sua ricomparsa dopo remissione clinica. Si parla in questi casi di nevralgia post-erpetica, una condizione di particolare impegno terapeutico che, mentre tende a risolvere spontaneamente nei soggetti più giovani, rappresenta un’importante sfida terapeutica nei soggetti anziani e in quelli immunocompromessi.