Un principio generale della legge prevede che: tutto è permesso se non vietato. Dunque le leggi si dovrebbero preoccupare di elencare le attività che non si possono fare, lasciando per il resto libertà ai cittadini senza alcun vincolo o limitazione.
Purtroppo la malafede e l’incompetenza della classe politica e di quella burocratica, hanno pensato bene di inserire nel versante delle cose fattibili il meccanismo perverso delle autorizzazioni. Cosicché, via via, la quantità delle stesse è sempre più aumentata, con la conseguenza di incatenare cittadini ed imprese e costringerli ad una sorta di via crucis, rappresentata proprio dai percorsi autorizzativi.
Perché la nascita e l’incremento di questo sistema autorizzativo? Pensando male (forse) la risposta è la seguente: per aumentare il potere dei burocrati che così hanno una sorta di loro discrezionalità se approvare o meno, se accorciare o allungare i tempi del procedimento. Con ciò costringendo chiunque abbia necessità di un provvedimento di cercare l’amicizia per ottenere il favore di ciò che invece ha il diritto di ottenere.
Questo meccanismo è noto a tutti. La sua perversione, però, non viene combattuta perché il potere della burocrazia è enorme, in quanto essa supporta la formazione dei testi di legge che politici di scarso livello culturale e professionale spesso non sono in condizione di comprendere. Si sa che il sapere è potere, con la conseguenza che chi sa può vessare chi non sa.
Cosicché da autorizzazione in autorizzazione il nostro Paese si è bloccato, la crescita si è fermata, la disoccupazione non è diminuita, le infrastrutture non si sono costruite, soprattutto nel Sud.
Il peggio di quanto scriviamo è che la situazione non può cambiare se a monte non cambiano i procedimenti.
Ergo, occorre un intervento legislativo decisivo per disboscare tali meccanismi in diversi modi: primo, eliminare totalmente le autorizzazioni, inserendo automatismi, in qualunque settore e in qualunque materia, col silenzio-assenso; secondo, inserire altri automatismi anche supportati dalle autocertificazioni che comportano sanzioni penali in caso di dichiarazioni mendaci; terzo, eliminare la carta e rendere tutti i procedimenti in via digitale consentendo così di attivare l’altro elemento: i controlli.
I controlli. Ecco quello che non si fa in modo sostanziale, ma solo formale. Basta guardare le carte, vedere se sono in ordine ed il controllo è fatto. Non è così. Se si devono controllare ponti e viadotti, se si devono controllare sistemi delle linee ferrate, se vanno messe in verifica opere di qualunque sistema, bisogna andare sul posto ed utilizzare quei rilevatori che consentano di capire se tutto è stato eseguito in conformità effettiva ai contratti oppure se vi siano stati imbrogli.
Dunque, la massa delle autorizzazioni ha bloccato il Paese. Occorre perciò una legge che le elimini totalmente, salvo casi eccezionali, in cui comunque abbisogni una sola autorizzazione, eliminando la documentazione cartacea e lasciando quella digitale.
Si tratta di un’utopia ? Non crediamo. Crediamo piuttosto che sia necessità urgente ed indifferibile per evitare che si riproducano danni, gravi ed irreparabili, che una burocrazia malfamata provoca coi suoi comportamenti ciechi ed egoisti.
Tutto è permesso se non vietato. Una regola semplice che toglierebbe potere a questi burocrati, i quali non possono essere chiamati a riformare i procedimenti esistenti perché a nessuno può chiedersi di castrarsi.
La conseguenza è che la legge di riforma – che abroghi in un colpo solo e con un articolo unico tutte, indistintamente tutte, le procedure e al loro posto inserisca un unico sistema autorizzativo residuale – dovrebbe essere il primo passo; il secondo passo: estendere a quasi tutto il comparto il sistema del silenzio-assenso, ovvero affidare a professionisti la certificazione sostitutiva delle autorizzazioni.
Solo professionisti esterni, nazionali ed internazionali, possono redigere un testo legislativo semplice del tipo indicato, che ovviamente avrebbe l’opposizione, anche pesante, di tutta la burocrazia, la quale si vedrebbe tolta una grossa fetta di potere e si sentirebbe orfana dello stesso, che provoca corruzione e stimola la richiesta dei favori così non più necessari.
Siamo sul baratro. Dobbiamo salvarci nonostante i burocrati. Ora e subito!
