Pacemaker senza elettrodi: l'intervento al San Vincenzo, Taormina

Pacemaker senza elettrodi: primo intervento al San Vincenzo di Taormina

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Pacemaker senza elettrodi: primo intervento al San Vincenzo di Taormina

Redazione  |
martedì 18 Aprile 2023

Il paziente, già sottoposto a numerosi interventi di cardiochirurgia e impianti di pacemaker, aveva una frequenza cardiaca compresa tra 20 e 30 battiti per minuto.

All’Ospedale San Vincenzo di Taormina debutta il Micra in un paziente di soli 36 anni con cardiopatia congenita complessa già sottoposto a numerosi interventi a cuore aperto e ad impianti multipli di pace-maker per  persistente bradicardia. Il paziente, già sottoposto a numerosi interventi di cardiochirurgia e impianti di pacemaker, era molto affaticato e aveva una frequenza cardiaca compresa tra 20 e 30 battiti per minuto.

6 gli elettrodi nel suo cuore tutti malfunzionanti, la cui estrazione avrebbe richiesto un intervento in circolazione extracorporea,  ovvero un intervento a cuore aperto, con rischio consistente per le numerose procedure chirurgiche già effettuate e per le diffuse aderenze che gli elettrodi contraggono con le vene del paziente. 

Queste le motivazioni  che hanno spinto l’equipe medica -composta dall’ Elettrofisiologo Rosario Foti, dai Cardiologi e Cardiochirurghi Pediatrici   Paolo Guccione e Salvatore Agati, coordinata dal Dottore Ludovico Vasquez, responsabile della Cardiologia dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina-, di utilizzare un pace-maker senza elettrodi. 

Il Micra “è infatti un pace—maker miniaturizzato che viene impiantato in ventricolo destro sul  setto interventricolare e non necessita di elettrodi che sono invece necessari nell’usuale impianto di pacemaker; il suo design  è  tale da minimizzare il rischio di dare fastidio alle altre strutture del cuore.

Il dispositivo viene agganciato con dei piccoli uncini al muscolo del setto  inter-ventricolare  e ha la capacità di ripristinare la fisiologica attivazione elettrica del cuore.

Il Micra capta l’ attività elettro-meccanica elettricità della parte alta del cuore (atrii) e la trasmette alla parte bassa (ventricoli) in modo coordinato. La batteria garantisce una stimolazione del cuore per 10/12 anni.

L’intervento durato circa 90 minuti è stato realizzato in anestesia locale. Attraverso le vene dell’inguine, il pacemaker Micra è stato portato in ventricolo destro e  quindi agganciato al miocardio del setto interventricolare.

L’impianto del Micra ha determinato il ripristino della fisiologica attivazione del cuore con una frequenza cardiaca compresa tra 70 e 90 battiti per minuto alleviando i sintomi e consentendo al paziente di lasciare l’Ospedale già il giorno successivo all’intervento.

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