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Pace in Ucraina, effetti per i cittadini

Pace in Ucraina, effetti per i cittadini
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Trump perde la pazienza

Finalmente Trump ha perso la pazienza con Zelensky e Netanyahu. Infatti ha comunicato al primo che non gli darà più armi, costringendolo a firmare la pace, ovviamente quella che vuole Putin; al secondo che deve cessare i bombardamenti su Gaza (anche se non c’è più niente da distruggere).
Trump si è deciso perché ha capito che la misura delle due guerre era già colma e non si poteva andare oltre, rischiando conseguenze ancora più disastrose.

I risultati delle decisioni del Donald americano sono del tutto evidenti: Zelensky dovrà accettare l’annessione delle quattro regioni più la Crimea da parte della Russia e Netanyahu dovrà accettare la pace con tutte le conseguenze, anche di ordine pubblico e amministrativo.
Purtroppo, nella Striscia di Gaza il potere di Hamas – che ora è diminuito – non è scomparso, quindi non vi è dubbio che l’organizzazione terroristica avrà il tempo di riorganizzarsi per fare quello che ha fatto in passato.

Tornando all’Ucraina, volente o nolente Zelensky dovrà chiudere la guerra e cominciare la fase della ricostruzione, ma questa non sarà priva di lacrime e sangue perché quel Paese e quella popolazione avranno necessità di immense risorse finanziarie, non solo per ricostruire infrastrutture di varia natura, ma anche per rimettere in moto l’economia attraverso le imprese e i servizi pubblici, quale quello sanitario, l’altro previdenziale e la gestione della Pubblica amministrazione, che di fatto non esistono quasi più.

La questione sarà: come farà Zelensky, o il suo successore, a ottenere i finanziamenti necessari? Questo è il problema. Dovrà richiedere prestiti a destra e a manca, in primis all’Unione europea, poi agli Stati Uniti e anche al Fondo monetario internazionale e alla Bce.
Questi finanziamenti non potranno venire dal mercato, perché ovviamente non c’è nessun ente pubblico o privato che acquisterebbe obbligazioni ucraine, neanche se pagasse un interesse del dieci o quindici percento, poiché prive di solvibilità. Per cui il nodo scorsoio della mancanza di finanziamenti obbligherà Zelensky ad accettare qualunque condizione.

Ma poi, chi ha detto che sarà l’ex attore comico a continuare la sua attività di presidente? È noto, infatti, che con la firma della pace cesserà anche la legge marziale e dunque l’Ucraina andrà a nuove elezioni. Quando verranno fuori i fatti – e cioè che il presidente ucraino avrebbe potuto firmare la pace nel marzo del 2022 alle stesse condizioni di oggi – non sappiamo se i cittadini saranno tanto contenti da rinnovargli la fiducia e quindi, per conseguenza, il cambio della persona nella carica di presidente risulta probabile.

Al di là di queste considerazioni resta il fatto che chiunque sia chiamato a guidare l’Ucraina dovrà ottenere decine e decine di miliardi di finanziamenti per rimettere nelle minime condizioni di vivibilità il Paese. E qui casca l’asino, perché i finanziatori vorranno avere garanzie di una gestione oculata, fondata sui sacrifici di tutti, tra cui taglio delle pensioni, taglio della spesa sociale, taglio della sanità, vendita di infrastrutture quali porti e aeroporti e via enumerando.

In fondo, nello scenario che vi abbiamo esposto, non c’è nulla di nuovo perché le stesse circostanze si sono verificate quando ci fu il fallimento della Grecia. Ricordiamo che l’Unione europea finanziò la sua ricostruzione, ma aprì un ufficio ad Atene che vidimava tutte le spese. Per cui, nonostante i “bla bla bla” di tanti scadenti uomini politici, la Grecia dovette fare quelle operazioni che abbiamo prima elencato.
Dunque, agli enormi danni che ha subito l’Ucraina in questi tre anni e quattro mesi si aggiungerà un ulteriore strangolamento del tenore di vita di tutti i cittadini, appunto per le condizioni che verranno imposte dai finanziatori esteri, condizioni che dovranno essere accettate tassativamente.

Poi non resterà che fare il consuntivo di una conduzione scellerata dell’attuale presidente ucraino, ma anche delle responsabilità di Joe Biden, che lo ha illuso tanto da fargli dire quella stupida frase: “Vinceremo la guerra”. Ma la guerra è stata persa.