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Palermo, imprenditori a servizio dei boss, misure cautelari per 7 persone

redazione

Palermo, imprenditori a servizio dei boss, misure cautelari per 7 persone

mercoledì 13 Luglio 2022

I soggetti in questione avrebbero gestito attraverso prestanome un articolato reticolo societario per agevolare e rafforzare gli interessi economici e criminali del mandamento mafioso di Pagliarelli

PALERMO – I finanzieri del Comando provinciale del capoluogo siciliano hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica, Direzione distrettuale antimafia, Sezione Palermo, nei confronti di sette soggetti, di cui due in carcere, due colpiti dagli arresti domiciliari e tre destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali per un anno. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare Cosa Nostra.

Con il medesimo provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di cinque società operanti nel settore della vendita al dettaglio di capi d’abbigliamento, intimo e accessori e dei relativi tredici punti vendita con sede a Palermo, Cefalù e Favignana, oltre a un’autovettura nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo di circa cinque milioni di euro.

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, Gico, hanno riguardato le attività di due imprenditori palermitani che, gestendo attraverso prestanome un articolato reticolo societario, avrebbero posto in essere un complesso di condotte finalizzate ad agevolare e rafforzare gli interessi economico-criminali del mandamento mafioso di Pagliarelli.

“Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini – hanno sottolineato dalla GdF – consentono di ipotizzare, in particolare, che uno degli indagati, imprenditore di successo, abbia fornito sostegno a colui che risulterebbe essere il ‘reggente’ del citato mandamento, già condannato per associazione mafiosa sollecitando la costituzione, appena uscito dal carcere, di un’impresa edile cui sarebbero stati affidati importanti lavori di ristrutturazione di numerosi punti vendita; procurando contatti con soggetti di rilievo del mondo imprenditoriale; assumendo familiari dello stesso; dopo l’arresto, elargendo somme di denaro ed altre forme di supporto economico durante il periodo di detenzione”.

Come sottolineato dalle Fiamme gialle, tale condotta avrebbe permesso di rafforzare il potere dell’uomo d’onore sul territorio, consentendo di conseguire notevoli guadagni da utilizzare per le finalità proprie dell’organizzazione mafiosa, prima fra tutte l’assistenza alle famiglie dei detenuti, condizione imprescindibile per la sopravvivenza stessa di Cosa Nostra.

“L’odierna operazione – hanno evidenziato i finanzieri – conferma il perdurante impegno della Guardia di finanza nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione distrettuale antimafia, per individuare i segnali di inquinamento dell’economia da parte delle consorterie criminali mafiose e per aggredire i patrimoni illecitamente accumulati, a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti che operano nel rispetto delle norme. Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza”.

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