PALERMO – Alla fine la Rap e il Comune hanno firmato la tregua armata, anche se tutti i nodi restano sul tappeto. Il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore all’Ambiente Sergio Marino sono riusciti a far rientrare le dimissioni (già presentate al Cda) del direttore generale Roberto Li Causi e a “congelare” quelle minacciate dal presidente Giuseppe Norata.
A scatenare la bufera tra Palazzo delle Aquile e la partecipata di igiene ambientale era stata la proclamazione dello stato di agitazione da parte dei sindacati – primo passo verso lo sciopero – e la successiva decisione del sindaco di convocare una riunione con le parti sociali e gli alti burocrati comunali, escludendo (e di fatto sfiduciando) i vertici dell’azienda. Soltanto in un secondo momento il Professore ha incontrato anche Norata insieme ad assessori e dirigenti comunali.
Da mesi le acque in casa Rap sono assai agitate: anche se sembrano ormai alle spalle i problemi con la sesta e la settima vasca di Bellolampo, sul tavolo rimangono il mancato passaggio dei 94 operai dalla Reset, i 21 milioni di costi extra per il trasporto dei rifiuti fuori Palermo, la mancata approvazione del Pef Tari 2020 da parte del Consiglio comunale, i tagli di bilancio su alcuni servizi (il servizio di manutenzione strade e marciapiedi, per esempio, da marzo sarà tolto alla Rap, anche se ancora non è stato individuato il privato che dovrà occuparsene), la mancata ricapitalizzazione, i 7,5 milioni promessi dalla Regione Siciliana e “mai pervenuti” (stando a quanto comunicato dai sindacati) e un debito di 50 milioni del Comune nei confronti di piazzetta Cairoli.
“Non invitare i vertici della Rap a un incontro con i sindacati, indetto dal socio unico della stessa, evidenzia uno scollamento tra l’azienda e l’amministrazione comunale”, aveva detto Paolo Caracausi, presidente della Terza Commissione Partecipate e consigliere comunale di Italia Viva. Proprio i renziani avevano indicato a suo tempo il nome di Norata: sfiduciarlo avrebbe significato al tempo stesso aprire l’ennesima crisi politica in seno alla maggioranza e per di più dover trovare un sostituto per l’ultimo anno e mezzo di sindacatura per un incarico poco remunerativo e dalle enormi responsabilità.
“In questi mesi di emergenza rifiuti – aveva sottolineato ancora Caracausi – i vertici della Rap con il suo presidente e direttore generale hanno garantito ai cittadini palermitani che i rifiuti non invadessero la città assumendosi responsabilità anche di natura penale. Ritengo che il sindaco, così come ha sempre espresso parole di elogio nei confronti del presidente e del direttore generale, non può adesso scaricare su di loro responsabilità che non hanno”.
L’orlandiano Toni Sala del gruppo Avanti Insieme aveva aggiunto il carico da undici chiedendosi come sia stato possibile “rischiare di mandare tutto all’aria per uno scontro fra il Comune e la sua partecipata che è assolutamente incomprensibile agli occhi dei palermitani, proprio nel momento in cui la Regione ha autorizzato il progetto sulla sesta vasca, dando ossigeno alla raccolta dei rifiuti, e l’iter della settima sembra viaggiare spedito. Poi bisognerà anche capire come sia stato possibile arrivare a questo punto e di chi sia la responsabilità politica di questo fallimento”.
La gestione della crisi, in parole povere, non sembra aver convito neppure gli esponenti della maggioranza. Il sindaco ha programmato un incontro con Rap e sindacati per inizio marzo. “La Rap – hanno assicurato Orlando e Marino – è un’azienda solida, non ha problemi di natura finanziaria ma solo di cassa, che comunque cercheremo di risolvere. Chiediamo un rilancio dell’azienda sui servizi che devono essere resi alla città, dove l’attenzione deve rimanere sempre alta”.
PALERMO – Intervenuto in videoconferenza, l’assessore all’Ambiente Sergio Marino ha cercato di fornire rassicurazioni alla Rap e ai lavoratori anche se, e qui arriva la nota dolente, non ha potuto escludere un aumento della Tari, che l’anno scorso l’Amministrazione comunale ha cercato di scongiurare in ogni modo.
Extracosti. “I costi per portare i rifiuti fuori Palermo – ha detto Marino – saranno certamente onorati dal Comune ma saranno distribuiti su tre anni, nel rispetto dell’equilibrio di bilancio e finanziario della Rap. Lunedì prossimo (ieri, nda) ci sarà una conferenza di servizio sulla sesta vasca di Bellolampo e spero che avremo l’autorizzazione per sopravaglio e sottovaglio per i prossimi sei-sette mesi. Per il 2021 dovrebbe quindi essere quasi certo che non ci saranno extracosti”.
Crediti. “I 50 milioni di crediti vantati dalla Rap sono stati riconosciuti. Quest’anno sui 33 milioni di accantonamenti del Comune, ben 16 andranno alla Rap”.
Stipendi. “Solo un piccolo ritardo ma nessun problema sugli stipendi, per la corresponsione dei quali è già stato emesso un mandato di 6,3 milioni di euro”.
Dipendenti. Marino ha confermato che l’iter per il passaggio dei dipendenti da Reset a Rap “è tutt’ora in corso”.
Dimissioni. “Sinceramente ho visto il direttore generale Li Causi e l’ho trovato concentrato, come sempre, sul suo lavoro”.
Tari. “Non mi sento di escludere un aumento della tassa ma auspico che sia sostenibile e sopportabile. L’idea è quella di premiare i cittadini che fanno correttamente la raccolta differenziata facendo pagare loro una tassa ‘scontata’ sui rifiuti”.
Rifiuti ingombranti. “Ritengo che dietro l’abbandono illecito dei rifiuti ingombranti sparsi per la città ci sia qualcosa da andare a scoprire. Auspico che la Procura abbia aperto un apposito fascicolo”.
PALERMO – “Siamo pronti a una battaglia politica se dovessimo percepire che ci sia la minima intenzione di aumentare la Tari”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Partito democratico a Sala delle Lapidi, Rosario Arcoleo.
“Di certo – ha sottolineato – il Pd non sarà in Aula a votare aumenti di nessun tipo, tantomeno Pef che spalmano aumenti negli anni. Non è certo l’aumento della tariffa che risolverà i problemi della gestione dei Rifiuti nella città di Palermo. Si avvii invece un’interlocuzione forte con la Regione, anche arrivando alle vie legali se è il caso, al fine di coprire gli extra costi dovuti allo smaltimento dei rifiuti fuori la città di Palermo. Non possiamo continuare a pensare che le difficoltà vengano sempre scaricate sui cittadini per bene di questa città”.