Dopo lo stop della Regione ai progetti di riqualificazione, adesso Palazzo delle Aquile ha deciso di bussare a Roma. L’obiettivo è rilanciare il fondamentale rapporto città-mare
PALERMO – Il Comune ci riprova. Dopo la sonora bocciatura di dicembre, quando la Regione Siciliana dichiarò “inammissibili/irricevibili” i progetti di riqualificazione del lungomare di Barcarello a Sferracavallo e di rinaturalizzazione della foce dell’Oreto e del tratto costiero da Sant’Erasmo allo Stand Florio (rispettivamente per 4,2 e 13,5 milioni di fondi Po Fesr), Palazzo delle Aquile bussa a Roma per tentare di salvare i due progetti.
Per quanto riguarda l’Oreto, l’Amministrazione proverà ad attingere al plafond stanziato dal Governo nazionale con il Dpcm del 21 gennaio scorso per “progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale”. Il decreto sovvenziona, in via sperimentale nel triennio 2021-2023 e poi ogni tre anni fino al biennio 2033-2034, “singole opere pubbliche o insiemi coordinati di interventi pubblici anche ricompresi nell’elenco delle opere incompiute” che riguardino la mobilità sostenibile; la manutenzione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti pubbliche, inclusa la demolizione di opere abusive; e interventi di ristrutturazione edilizia di immobili pubblici a scopi sociali, culturali, educativi o didattici, anche tramite la promozione di attività culturali e sportive. Palazzo delle Aquile chiederà l’assegnazione di 20 milioni: oltre ai 13,5 per il fiume Oreto, 1,6 milioni per il ripristino dell’approdo della Tonnara Bordonaro a Vergine Maria e altri 6 per la realizzazione di Parco Villa Turrisi nel quartiere Uditore-Passo di Rigano tra via Leonardo da Vinci e le vie Ruggeri, De Grossis, Di Blasi e Politi.
Per Barcarello, dopo lo smacco dei fondi Po Fesr l’Amministrazione proverà a inserire la riqualificazione del lungomare nel Programma Pon React di più immediata attuazione (i lavori vanno completati entro il 2023), insieme a una serie di interventi di valorizzazione e rigenerazione ambientale e paesaggistica lungo la Costa dell’Addaura (per 1 milione circa). Per il momento residenti e bagnanti di Barcarello dovranno “accontentarsi” della rimozione della passerella lignea sul lungomare, che associazioni e comitati di quartiere reclamano a gran voce da tempo. Costruita quattordici anni fa dall’allora Giunta Cammarata, la pedana di legno si è rivelata fin dall’inizio di difficile se non impossibile manutenzione, tanto che a oggi risulta quasi del tutto sconnessa e impraticabile malgrado i numerosi (e vani) interventi di ripristino che si sono susseguiti negli anni (l’ultimo a ottobre 2020). La Giunta ha prelevato 55mila euro dal fondo di riserva per la rimozione della passerella entro l’estate. I lavori saranno affidati tramite procedura d’urgenza e includeranno, oltre allo smantellamento della passerella, la riparazione e lo spostamento della ringhiera di legno a bordo del marciapiede e una pulizia straordinaria dell’area da ingombranti e sfabbricidi.
“Si procede con determinazione – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – verso la riappropriazione del rapporto città-mare, un rapporto antico ma sempre vivo nel cuore dei nostri concittadini. Abbiamo anche dato risalto, com’è doveroso, alla voce delle associazioni che vivono nei territori interessati e che vogliono valorizzare la tutela ambientale e storico-culturale delle loro borgate. Con l’intervento relativo al Parco Villa Turrisi si concretizza invece un altro importante passo del percorso che condurrà alla definitiva realizzazione dell’opera. Anche in questo caso si concretizza un’intensa e forte collaborazione con le associazioni e i cittadini che puntano alla riqualificazione del quartiere Uditore-Passo di Rigano con una forte impronta verde”.
Non tutti però sono soddisfatti. Secondo il presidente della III Commissione, Paolo Caracausi di Italia Viva, si poteva fare di più: “Nelle settimane scorse – ha detto – avevamo chiesto all’Amministrazione attiva di avviare un’interlocuzione su come spendere questi 20 milioni di euro provenienti dal Dpcm. Prendiamo atto che le decisioni sono state prese e di questo, seppur rammaricati, non possiamo che essere soddisfatti, visti i fallimenti di questi anni di questa amministrazione. Molti dei progetti individuati sono tra quelli che non hanno ricevuto altri finanziamenti e in parte condivisi con la III Commissione. Se l’amministrazione ci avesse dato ascolto – ha aggiunto – avremmo proposto ulteriori interventi sulla Costa Sud, a partire dal porticciolo della Bandita che ancora aspetta il dragaggio da ben sei anni, e cioè da quando il Consiglio comunale ha stanziato 350mila euro. A oggi gli uffici non sono ancora riusciti a fare una gara adeguata. Bastava un po’ di lungimiranza e si poteva stanziare qualche altro centinaio di migliaia di euro per un progetto più adeguato alle esigenze dei pescatori ma anche dei diportisti della borgata marinara della Bandita”.