PALERMO – La spaccatura (forse) definitiva del centrodestra siciliano si è consumata a un mese e mezzo dalle elezioni con una nota di Fratelli d’Italia, che ha ufficializzato il ritiro della candidata sindaca Carolina Varchi e la sterzata su Roberto Lagalla, dicendo di fatto addio all’ipotesi di una tardiva alleanza con Lega e Forza Italia a sostegno di Francesco Cascio.
Il coordinatore regionale di FdI per la Sicilia occidentale, Giampiero Cannella, ha ringraziato Varchi, “anche a nome dei vertici del partito, per l’ottimo lavoro svolto sul territorio in queste settimane e per la sua decisione, presa con grande generosità e senso di responsabilità, per evitare una frammentazione del centrodestra che con tre candidati avrebbe favorito la sinistra. È fra l’altro sfumata la possibilità di un vertice nazionale richiesto ripetutamente da noi”.
“A nome di Fratelli d’Italia pertanto – ha annunciato Cannella – invitiamo tutti i partiti e le liste di centrodestra alternative alla sinistra a convergere sul nome del professore Roberto Lagalla, con il quale, oltre a un rapporto di grande stima, abbiamo già stabilito una totale convergenza sui temi del centrodestra. Sul nome di Lagalla è possibile realizzare una grande unità, la stessa che deve confermare Nello Musumeci a presidente della Regione Siciliana”.
Il partito di Giorgia Meloni, dunque, punta i piedi sulla riconferma del governatore uscente e, pur di riuscirci, sembra disposto ad accettare perfino una bizzarra alleanza con il rivale di sempre Matteo Renzi: già, perché dopo aver candidato per mesi Davide Faraone, giusto dieci giorni fa Italia Viva ha deciso di ritirare il suo alfiere convergendo sull’ex rettore (ed ex assessore di Musumeci).
“Adesso – ha commentato Varchi su Facebook – serve superare le divisioni del centrodestra con un gesto di responsabilità da parte di ciascuno per trovare soluzioni condivise utili a scongiurare il rischio che la sinistra palermitana resti al governo della città e, pertanto, ho rimesso al partito la mia disponibilità alla candidatura per favorire la costituzione di una coalizione ampia che sia garanzia di governabilità”.
Al momento non sembra possibile che la frattura possa ricomporsi, malgrado l’appello dell’ex rettore dell’Ateneo palermitano: “Apprezzo il senso di responsabilità di Carolina Varchi e ringrazio Fratelli d’Italia per l’importante supporto che ci viene offerto in un quadro di ricomposizione che, auspico, possa riguardare tutte le forze della coalizione”.
Cascio, infatti, è ancora in pista e non sembra intenzionato a farsi da parte: “Finalmente – ha detto – è stata fatta chiarezza. Ringrazio ancora Forza Italia, Lega, Noi per l’Italia e Coraggio Italia per il sostegno alla mia candidatura. Continuo ad andare avanti in attesa di completare il quadro della nostra coalizione. Mi dispiace che Fratelli di Italia si sia assunta la responsabilità di spaccare il centrodestra non ascoltando neanche la sensibilità di diversi esponenti del suo stesso partito e utilizzando la città di Palermo come merce di scambio per la presidenza della Regione”.
In effetti i malumori in FdI non mancano, come confermato dalle parole di Stefano Santoro, ex assessore comunale e candidato al Consiglio: “Il ritiro della candidatura di Carolina Varchi – ha scritto sui social – mi suscita perplessità e delusione, considerato che rappresentava una novità dal punto di vista politico e generazionale, che aveva già riscosso un ampio consenso in città”. Per Santoro “Cascio è l’unico candidato sindaco in grado di ricompattare gli elettori del centrodestra e vincere le elezioni. Mai con Renzi e Faraone!”.
Il big bang del centrodestra siciliano ha registrato in questi giorni altre due dolorose separazioni. Prima il coordinatore di Mna Roberto Di Mauro ha annunciato la decisione degli autonomisti di sostenere l’ex presidente dell’Ars, ma questo non ha scoraggiato Totò Lentini, che ha confermato la sua candidatura: “Ho sperato che il mio partito mi seguisse, ma ha scelto di appoggiare Cascio. Io non mi ritiro e vado avanti, ho il mio programma e due liste civiche”.
E poi c’è da registrare l’incrinatura dello storico sodalizio tra l’ex ministro Saverio Romano, leader di Noi con l’Italia, e l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro, che ha deciso di puntare le sue fiches su Lagalla (“È il candidato più autorevole e credibile”). Gelido l’addio del coordinatore regionale di Noi con l’Italia Massimo Dell’Utri: “Con la decisione di sostenere la candidatura a sindaco di Lagalla – ha affermato – Cordaro si colloca formalmente al di fuori del partito di Noi con l’Italia-Cantiere popolare, di cui da oggi, anche da un punto di vista formale, non fa più parte, non rappresentandoci più neanche nella Giunta regionale. Siamo sicuri che avrà la sensibilità politica di dimettersi da assessore. Gli auguriamo ogni fortuna da un punto di vista politico”.
Tutto finito? Niente affatto, perché c’è stato anche il tentativo di Ugo Forello, esponente del gruppo Oso, da pochissimo designato vice sindaco da Fabrizio Ferrandelli nelle liste di +Europa e Azione, di convincere Iv a mollare Lagalla e “riformare quell’asse centrista diventato una spina nel fianco di Leoluca Orlando dopo il voto sul piano di riequilibrio”. Nessun ripensamento, però, dalle parti dei renziani: “Lagalla è un amico – ha detto Filippo Tripoli, responsabile regionale Enti locali di Italia Viva Sicilia – una persona con cui abbiamo collaborato positivamente e che siamo certi farà bene il sindaco di Palermo. Lo sosterremo perché rappresenta un punto di incontro e non di scontro, lo sosterremo perché potrà mettere in campo competenza e serietà”.