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Palermo, Bilancio consolidato approvato ma c’è l’incubo disallineamenti

Gaspare Ingargiola

Palermo, Bilancio consolidato approvato ma c’è l’incubo disallineamenti

martedì 11 Ottobre 2022

Il dato più preoccupante resta sempre quello legato alla discordanza tra crediti e debiti reciproci fra il Comune e le sue controllate. Ma l’Amministrazione Lagalla vuole cambiare rotta

PALERMO – Torna l’incubo dei disallineamenti. Il Consiglio comunale ha approvato il Bilancio consolidato 2020, ovvero l’atto che considera il Comune e le sue partecipate come un unico gruppo amministrativo e il dato più preoccupante riguarda, ancora una volta, la discordanza tra crediti e debiti reciproci tra l’Ente e le sue controllate, che già aveva causato più di un grattacapo all’Amministrazione Orlando.

È stata la relazione in Aula del vice ragioniere generale Roberto Giacomo Pulizzi a lanciare l’allarme: “L’importo totale dei disallineamenti – ha spiegato – è di 69,4 milioni, per i quali abbiamo dovuto fare degli accantonamenti di legge. Quaranta milioni sono partite riconciliate ma purtroppo senza copertura finanziaria, nel senso che sono iscritti nei bilanci delle società perché gli uffici comunali li hanno riconosciuti ma non hanno l’impegno contabile. Gli altri 29 milioni risultano accantonati nel fondo perdite delle aziende. Questo è un elemento negativo e rappresenta uno squilibrio contabile abbastanza grave che anche i revisori hanno segnalato nella loro relazione”.

Il via libera al Bilancio è arrivato con otto astenuti

Il via libera al Bilancio è arrivato con otto astenuti (incluso il presidente Giulio Tantillo) e nessun contrario. La delibera era stata varata dalla precedente Giunta ma è arrivata in Aula soltanto con la nuova consiliatura, in evidente e netto ritardo, visto che andava approvata “entro il 30 settembre 2021”, come ha sottolineato Pulizzi, che poi si è soffermato sui dati fondamentali dell’atto: “I proventi da tributi ammontano a 380 milioni con un decremento di 80 milioni rispetto al 2019 mentre quelli da trasferimenti correnti ammontano a circa 300 milioni, con un notevole aumento rispetto al 2019. Un altro elemento importante è la spesa del personale, che incide per una percentuale del 41% sul totale delle uscite, pari a 437 milioni di euro. Il bilancio restituisce un utile di esercizio per circa 10,6 milioni”.

“Il tema dei disallineamenti – ha assicurato il vice sindaco e assessore al Bilancio Carolina Varchi intervenendo a Sala delle Lapidi – malcostume contabile troppo a lungo tollerato, non troverà più ospitalità con questa Amministrazione. Anche la partecipate a breve vedranno un rinnovo della governance e con i nuovi management saranno concordati gli obiettivi strategici che questa Amministrazione darà alle partecipate. I disallineamenti si possono inquadrare in due macrocategorie. Da un lato, poste contabili derivanti, per esempio, da contratti di diritto civile e, dall’altro, poste che riguardano contenziosi più o meno elevati, uno su tutti quello con la Rap e la fallita ex Amia. Parimenti stiamo affrontando un altro disallineamento che riguarda il contenzioso tributario con l’Amat (l’annosa questione del pagamento di Tosap e Tari sulle strisce blu, nda)”.

“C’è massima condivisione – ha concluso Varchi – della preoccupazione del Consiglio, della Ragioneria e dei revisori contabili, ma è chiaro che questo bilancio fotografa una situazione che risale a tempo fa, antecedente a questa Amministrazione“.

“L’approvazione da parte del Consiglio comunale del Bilancio consolidato 2020 – ha attaccato la consigliera comunale del M5s Concetta Amella – conferma la cattiva gestione dal punto di vista dei rapporti economico-finanziari con le società partecipate del Comune. Infatti, con la modalità di approvazione fatta in Aula, disallineamenti, contenziosi, obblighi di accantonamento e perdite scardinano gli equilibri di bilancio del Comune, segnando in modo inequivocabile la scarsa qualità dei servizi offerti ai cittadini che continueranno a fare i conti con pochi autobus operativi, strade dissestate e al buio, rifiuti per strada. È evidente che serve un cambio di rotta, ovvero un controllo analogo più incisivo e capillare e una modifica ai contratti di servizio delle aziende”.

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