Prevenire le infiltrazioni mafiose o forme di condizionamento criminali nelle confraternite o in altri organismi religiosi locali. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi dall’arcivescovo metropolita di Palermo, monsignor Corrado Lorefice e dal prefetto del capoluogo Massimo Mariani.
Cosa stabilisce il protocollo
Il protocollo, che aggiorna quello precedentemente stipulato il 23 giugno 2022 stabilisce che “Non possono essere accolti, quali membri della Confraternita, coloro che si sono resi colpevoli di reati disonorevoli o che con il loro comportamento provocano scandalo; coloro che appartengono ad associazioni di stampo mafioso o ad associazioni più o meno segrete contrarie ai valori evangelici (…); coloro che hanno avuto sentenza di condanna per delitti non colposi passata in giudicato”.
Chi intende aderire alle confraternite laicali dovrà, quindi, presentare una dichiarazione sull’assenza di condizioni ostative. La Prefettura effettuerà i necessari accertamenti, informando l’Arcidiocesi di eventuali dichiarazioni non conformi.
Il prefetto Mariani: “Al fianco della Chiesa Palermitana”
“La Prefettura è al fianco della Chiesa palermitana nell’impegnativa opera di affermazione della legalità contro qualunque ingerenza, condizionamento e strumentalizzazione da parte della mafia e della criminalità nella meritoria opera svolta dalle Confraternite”, dice il prefetto Mariani.
Le parole dell’arcivescovo di Palermo
Per l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, “Alla luce di quanto già disposto con decreto 11 del 25 gennaio del 2019, dello Statuto Diocesano delle Confraternite e dei documenti della Conferenza Episcopale Siciliana, quanti nella nostra Arcidiocesi sono chiamati a vivere la realtà confraternale e ad assumere in essa responsabilità siano sempre specchiati testimoni di rettitudine”.
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