I consiglieri Zacco e Inzerillo hanno attaccato il presidente di Sala delle Lapidi e compagno di partito Tantillo. Tensione per la programmazione dei lavori d’Aula e sulle nomine per le partecipate
PALERMO – Guerra aperta in Forza Italia sulle partecipate. Ottavio Zacco e Giovanni Inzerillo, che appartengono all’area ex Sicilia Futura vicina all’assessore regionale Edy Tamajo, hanno attaccato a testa bassa il presidente del Consiglio comunale Giulio Tantillo, sostenuto invece da Gianfranco Miccichè.
Uno scontro aperto senza precedenti, a favore di microfono durante la diretta streaming, che la coalizione che sostiene il sindaco Roberto Lagalla non potrà prendere sottogamba, ancor di più perché ad accendere la miccia è stata una formazione, quella di Tamajo, che alle Amministrative del 2022 ha fatto la parte del leone eleggendo quattro dei sette consiglieri azzurri e facendo di Forza Italia il primo partito del centrodestra. Non a caso è già stato convocato un vertice di maggioranza per tentare di ricucire lo strappo.
Ufficialmente l’oggetto del contendere tra i “Tamajo boys” e la presidenza sono state la programmazione e la conduzione dei lavori d’Aula, ma leggendo tra le righe degli interventi di Zacco e Inzerillo (il primo, in particolare, ha fatto cenno proprio al mancato rinnovo dei vertici delle partecipate) si intuisce come sotto la cenere covi ben altro. Prima che volassero gli stracci tra i berluscones, c’è stato il tempo per il passaggio di consegne tra Valentina Chinnici, che si è dimessa per dedicarsi a tempo pieno al suo incarico di deputata regionale, e il primo dei non eletti della lista Progetto Palermo, Alberto Mangano, orlandiano della prima ora con una lunga esperienza da assessore e consigliere nonché ex presidente della Commissione Urbanistica.
Il primo a lanciare bordate contro la Presidenza è stato Zacco: “Anche questa volta, come spesso accade, il programma stilato dalla capigruppo non è stato rispettato. Ormai mi sono reso conto della superficialità con cui vengono organizzati i lavori d’Aula. La surroga (tra Chinnici e Mangano, nda) era in programma da venerdì (17 febbraio, nda). Non credo che per una surroga ci voglia una settimana”.
Poi l’affondo personale contro Tantillo: “Capisco che in questi giorni è stato impegnato per piazzare gli uomini nei Consigli di amministrazione ma questo non giustifica il fatto che il Consiglio comunale sia stato trascurato. Chiedo formalmente al mio capogruppo (Inzerillo, nda) di non partecipare più alle riunioni dei capigruppo perché non servono a nulla: tutto quello che viene concordato non viene rispettato”.
“Le ricordo – ha aggiunto rivolto ancora a Tantillo – che lei è presidente perché votato da quest’Aula per una scelta politica. Il suo referente politico, l’onorevole Miccichè, ha imposto il suo nome e ha avuto la forza di imporlo a tutte le forze politiche. Lei è stato votato da tutto il Consiglio comunale perché questi signori seduti accanto a me (i colleghi di partito, nda) hanno fatto in modo che il suo partito arrivasse primo. Non dico che deve trattarci meglio solo perché le abbiamo permesso di arrivare là ma esigiamo rispetto”.
“La programmazione dei lavori – ha insistito Zacco – deve essere concordata. Non può decidere lei quando convocare o meno. La invito a dedicarsi solo al suo ruolo di presidente. Chiedo inoltre che le delibere siano scelte in base alle priorità dell’Amministrazione attiva. Nel caso in cui non ci siano priorità nelle delibere da trattare, saranno i gruppi politici a stabilirlo”.
Come se non fosse già abbastanza, ci ha pensato Inzerillo a rincarare la dose: “L’intervento di Zacco mi addolora profondamente ma al tempo stesso non posso far finta di nulla. Non posso dire al collega, pur addolorandomi, che ha torto”.
Anche il capogruppo azzurro si è rivolto direttamente a Tantillo: “Lei è bravissimo a condurre i lavori quando si tratta della nostra parte politica e ad ammonirci quando parliamo, lo è meno quando i membri dell’opposizione parlano a sproposito. La invito a ricordare qual è il suo ruolo e ad essere super partes. Faremo una riunione di gruppo ma visto che il modus operandi è questo e che tutto il sistema funziona ‘maluccio’, fino a quando lei non farà il presidente del Consiglio secondo il mandato che le è stato conferito soprattutto da questo gruppo, sulla base di un accordo politico, non verrò più alla capigruppo”.
Le parole di Zacco e Inzerillo sono suonate quasi come un atto di sfiducia, seppur informale, dinanzi al quale Tantillo ha replicato altrettanto duramente: “Ho ascoltato parole pesanti sul piano politico, parole gravissime. Non era mai successo negli ultimi trent’anni di storia di questa città. Il presidente del Consiglio può parlare col sindaco solo nel rispetto dei reciproci ruoli istituzionali. Servirà un chiarimento all’interno del partito”.
Dopo lo scambio di dichiarazioni al vetriolo tra i forzisti, è montata la protesta tra i banchi dell’opposizione. Leonardo Canto di Azione ha parlato di “palude”, il capogruppo dem Rosario Arcoleo di “circo, sembriamo a fine mandato”.
“È un attacco – ha tuonato Ugo Forello del gruppo Oso – senza precedenti. Il presidente del Consiglio comunale è stato attaccato per le nomine nelle partecipate. È gravissimo. Io chiedo formalmente che il sindaco venga in Aula. Di fronte a questo contrasto nella maggioranza e all’ennesimo attacco nei confronti del presidente da parte del suo stesso partito, non si può andare avanti. Le accuse dei colleghi sono gravissime e non è più tollerabile che le partecipate non abbiano una governance. L’Amat, per dirne una, è a rischio fallimento”.
Richiesta condivisa dal capogruppo del M5s Antonino Randazzo: “Le partecipate ma anche il Consiglio comunale sono in balia di una spartizione politica. Non si può pensare di proseguire. Il sindaco venga in Aula”.