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Palermo, detenuto incendia cella dell’Ucciardone: salvato dagli agenti della penitenziaria

Palermo, detenuto incendia cella dell’Ucciardone: salvato dagli agenti della penitenziaria
Ucciardone Palermo

Momenti di apprensione all’interno dell’Ucciardone, carcere di Palermo in cui si è verificato l’ennesimo atto vandalico di queste settimane.

Momenti di apprensione all’interno dell’Ucciardone, carcere di Palermo in cui si è verificato l’ennesimo atto vandalico di queste settimane.

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Qui, infatti, gli agenti della penitenziaria hanno spento un incendio che era stato appiccato da un detenuto all’interno di una cella della struttura del capoluogo.

Palermo, incendio al carcere Ucciardone. La ricostruzione

A spiegare nel dettaglio quanto accaduto è stato il segretario nazionale del Cnpp, Maurizio Mezzatesta. “E’ successo alla nona sezione, il tempestivo intervento del personale in servizio nel turno notturno ha evitato la tragedia. Intorno alle 4, al primo un detenuto Italiano con problemi psichiatrici ha dato fuoco alla cella, mettendo a rischio i detenuti presenti nel piano che dormivano”.

E poi, ancora sull’intervento che ha scongiurato scenari peggiori: “Le fiamme si sono rapidamente diffuse con il propagarsi dell’intensità di fumo ed hanno richiesto l’evacuazione dell’intero primo piano – aggiunge ancora il dirigente Mezzatesta – Gli agenti del reparto, pur avendo respirato del fumo hanno deciso di continuare il proprio turno di lavoro per assicurare il soccorso e l’assistenza ad alcuni detenuti mettendoli in salvo. Nessuno è rimasto ferito”. Il tema dei detenuti con problemi psichiatrici resta sempre al centro della vertenza.

L’appello del Cnpp, le conclusioni

“Da tempo – aggiunge Maurizio Mezzatesta, ovvero il segretario del sindacato – poniamo la questione dei detenuti di natura psichiatrica che maggiormente merita  attenzione con la costruzione di altre Rems con una capienza maggiore di quelle attuali in Sicilia, in alternativa lo diciamo da tempo come sindacato per velocizzare di requisiti immobili dismessi, scuole o caserme, per ospitare i detenuti con particolari patologie da fare seguire a personale formato a gestire i predetti”.