Dai compensi, ritenuti da qualcuno troppo bassi alla finale spareggio per la Serie B di calcio: queste alcune delle possibili cause per il forfait di centinaia di addetti alle elezioni
PALERMO – Tra polemiche sull’antimafia, arresti di candidati consiglieri e un clima pre elettorale tesissimo, i verdetti delle urne non sono l’unica cosa per cui queste elezioni amministrative verranno ricordate. La giornata di domenica, infatti, è stata segnata soprattutto dal caos per il ritardo nell’apertura dei seggi dopo l’improvviso forfait di novanta presidenti, 84 sostituti (per un totale di 174) e centinaia di scrutatori. Una diserzione di massa, giunta con scarsissimo preavviso (in alcuni casi, pare, a poche ore dal voto).
Alcuni l’hanno spiegata con i modesti compensi previsti per l’incarico (che però sono ben noti da tempo), altri con la coincidenza della finale di ritorno tra Palermo e Padova allo stadio Renzo Barbera (dove è stato registrato il tutto esaurito) per la promozione in Serie B. Sta di fatto che a 24 ore dall’apertura dei seggi gli uffici comunali si sono dovuti lanciare, d’intesa con la Corte d’Appello, in una disperata corsa contro il tempo per trovare presidenti e scrutatori ma fino alle dieci della mattina di domenica 37 seggi non si erano ancora insediati e gli elettori che si erano presentati a votare sono stati rimandati a casa.
Stando all’agenzia Dire, “il Servizio elettorale del Comune ha lavorato per tutta la notte facendo centinaia di telefonate e ricevendo tantissimi no. Il Comune ha fatto un appello agli Ordini degli avvocati e dei commercialisti, e in molti casi ha nominato propri funzionari per cercare di sopperire al problema. In alcune scuole è stato chiesto a uno degli scrutinatori di assumere la funzione di presidente di seggio”. Il governatore Musumeci ha chiesto al ministero dell’Interno “di valutare l’opportunità di autorizzare il prolungamento dell’apertura dei seggi elettorali, nella sola città di Palermo, fino alle ore 14 di domani, lunedì 13 giugno”. Il Viminale ha rifiutato la richiesta prospettando piuttosto l’accorpamento dei seggi: “In relazione alla straordinaria situazione determinata dalla mancata costituzione di alcune sezioni elettorali – si legge in una nota inviata alla Prefettura del capoluogo – si rappresenta la necessità di procedere immediatamente all’accorpamento delle sezioni non costituite su altre operanti”.
La misura però non è stata attuata dato che alle 15 di domenica il Comune ha fatto sapere di aver insediato tutti i seicento seggi: “A seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi 13 presidenti delle sezioni elettorali mancanti, sono regolarmente insediate tutte le seicento sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse”. E poco dopo il Viminale ha ricordato che si poteva votare anche dopo le 23, purché si fosse già presenti al seggio: “Tutti gli elettori che alle 23 di questa domenica siano presenti nei locali del seggio o all’interno del plesso scolastico o altro fabbricato dove ha sede il seggio possono esercitare il proprio diritto di voto anche oltre le 23, fino a completamento delle operazioni di votazione di tutti i suddetti elettori”.
Restano le ombre di un pasticcio clamoroso e senza precedenti: in alcuni seggi perfino il materiale elettorale, a partire dalle schede, sarebbe stato consegnato in ritardo. “È gravissimo – ha commentato il ministro Luciana Lamorgese – che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto. Un tale atteggiamento esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese. La Procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”. Sarebbero oltre duecento le persone segnalate ai pm.
Non sono mancate le critiche all’Amministrazione comunale, ma il sindaco uscente Leoluca Orlando ha respinto ogni addebito: “Dispiace – ha scritto su Facebook – leggere alcune dichiarazioni da parte di esponenti politici che cavalcano per fini elettorali i disagi e i problemi derivanti dalla rinuncia di decine di soggetti nominati tanto dalla Corte d’Appello quanto successivamente dall’Amministrazione comunale per svolgere la funzione di presidenti di seggio”.
Orlando ha concluso definendo “inaccettabili gli attacchi nei confronti degli organi competenti, attacchi che rischiano di nascondere le responsabilità che verranno accertate dall’Autorità giudiziaria di quanti hanno rifiutato, senza giustificato motivo, la nomina”.