Preoccupazione tra i dipendenti dopo la sforbiciata decisa in vista del bilancio di previsione. Una somma pari al dieci per cento del contributo relativo al primo bimestre di quest’anno
PALERMO – I sindacati dell’Amat, l’azienda di trasporto pubblico del capoluogo siciliano, hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dopo la decisione del Comune di tagliare del 10% (da 4,6 a 4,1 milioni) il contributo del primo bimestre di quest’anno.
La sforbiciata, decisa in vista del Bilancio di previsione, ha causato un ritardo nel pagamento degli stipendi di marzo. Il presidente Michele Cimino, che ha contestato la decisione dell’Amministrazione comunale, avrebbe comunque trovato una soluzione per sbloccare gli stipendi al termine di una riunione fiume con i sindacati, che però sarebbero intenzionati a confermare lo stato di agitazione. “Siamo molto preoccupati – hanno scritto in una nota congiunta Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti, Faisa Cisal, Cobas Trasporti e Orsa Trasporti – per le sorti della tenuta economico-finanziaria dell’azienda. Il Comune di Palermo, socio unico, intervenga per salvare il futuro dei lavoratori e di un servizio fondamentale per la città. Tale condizione di instabilità economica è aggravata dalle continue determine dell’amministrazione comunale, che hanno portato ripetutamente l’azienda nelle condizioni di non poter nemmeno pagare gli stipendi di marzo ai lavoratori. A rischio non soltanto il posto di lavoro dei dipendenti Amat ma anche il diritto alla mobilità dei cittadini palermitani. Così l’azienda non potrà garantire il servizio”.
Malumori anche in maggioranza: “Il ritardo nell’erogazione degli stipendi al personale Amat – ha attaccato il consigliere di Avanti Insieme e membro della Commissione Bilancio Antonino Sala – è assolutamente inaccettabile, specie perché alla base ci sarebbe un conflitto tra l’azienda e l’Amministrazione comunale che andrebbe risolto una volta per tutte. Il conflitto strisciante non fa bene alla città e tutti dovrebbero rendersene conto”.
“Mentre Amat e Comune litigano – ha commentato Sabrina Figuccia, consigliere comunale della Lega – i dipendenti dell’azienda di via Roccazzo ancora aspettano lo stipendio di marzo e la città rischia di ritrovarsi, da un giorno all’altro, senza autobus per le strade di Palermo. Da troppo tempo il sindaco Orlando alimenta una macchina dove non funziona nulla, dove gli sprechi sono all’ordine del giorno. Se davvero si vuole salvare il salvabile, soprattutto le aziende partecipate, è indispensabile agire in una logica di razionalizzazione e di produttività, unica strada possibile da percorrere. È inutile, adesso, parlare di tagli ai fondi comunali, non è un’azione che si può chiedere ad un’azienda che ha avuto dei costi e che quindi ha emesso delle fatture”.
“Anche il più inetto degli amministratori – ha aggiunto – sa bene che è necessario concordare in fase preventiva quali siano i costi dei servizi e quindi agire di conseguenza, non si può certo intervenire a fine anno, quando i servizi sono già stati erogati. Quella di Orlando e del suo assessore Catania è una posizione davvero surreale, come lo è stato il pignoramento delle 33 auto dell’Amat, che, anche se è una Spa, è interamente di proprietà del Comune: in pratica, Orlando ha pignorato sé stesso”.
“Insomma – ha concluso Figuccia – tutti ormai hanno capito che è soltanto uno scontro politico, dove il sindaco e l’assessore hanno assunto una posizione folle o strumentale, buona soltanto per un inutile braccio di ferro, di cui stanno pagando il conto i dipendenti dell’Amat e i cittadini”.
Il contenzioso cui fa riferimento l’esponente leghista è relativo al pagamento delle imposte Tosap e Tari sulle strisce blu. Una battaglia legale che va avanti ormai da un decennio tra sentenze favorevoli ora alla partecipata, ora a Palazzo delle Aquile, ricorsi e controricorsi, e che si è ormai spinta fino alla Cassazione. La circostanza del pignoramento di 33 auto, però, è stata smentita dall’assessore al Bilancio Sergio Marino con una dichiarazione all’Ansa: “In ordine alla notizia circa un pignoramento effettuato alla partecipata Amat Spa, evidenzio che il Comune di Palermo non ha pignorato alcunché. Preposto a ciò risulta essere Riscossione Sicilia Spa in qualità di concessionario, per una partita debitoria iscritta al ruolo coattivo che non ha mai costituito oggetto di contenzioso tributario. Mi auguro che Riscossione Sicilia possa avviare questi procedimenti anche nei confronti di tutti quei soggetti che hanno debiti con la pubblica amministrazione”.